Bianca Savino | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Sat, 22 Aug 2020 12:34:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 https://2020.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Bianca Savino | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ 32 32 Appuntamento al Pincio: graphic novel, musica e social a Passaggi https://2020.passaggifestival.it/graphic-novel-musica-social-pincio-fano/ Tue, 18 Aug 2020 08:40:38 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=74396 Due rassegne pensate per i più giovani, in cui si alterneranno tematiche più impegnative legate all'attualità, a momenti dedicati alla musica e al mondo dei Social Media e delle Graphic Novel.

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Pubblico passaggi festival

Foto di repertorio della scorsa edizione del Festival

Tra le numerose sedi di Passaggi Festival c’è anche il Pincio, che si prepara ad ospitare le rassegne più alternative e attuali: Passaggi Fra le Nuvole, dedicata ai fumetti e alle Graphic Novel, e Fuori Passaggi, rivolta al mondo dei social e della musica.

Fumetto e attualità, Gianluca Costantini a Passaggi Fra le Nuvole

Ad aprire la rassegna Passaggi Fra le Nuvole è la presentazione della graphic novel Libia, che con i disegni di Gianluca Costantini e le parole di Francesca Mannocchi racconta la Libia con gli occhi di chi vive ogni giorno le sue difficoltà e crudeltà. L’autore Gianluca Costantini, che giovedì 27 agosto sarà sul palco del Pincio, non è solo un artista, ma anche un attivista che promuove cause umanitarie con il suo talento artistico. Ha collaborato con ActionAid, Amnesty ed Emergency, i suoi disegni hanno accompagnato prestigiose manifestazioni e ha vinto numerosi premi, tra cui Arte e diritti umani di Amnesty International. Da settembre centocinquanta sagome di Patrick Zaky, studente detenuto in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva, realizzate da Costantini, popoleranno le aule dell’Università di Bologna per continuare a rivendicare la libertà del giovane. Lo stesso disegno è stato esposto in Piazza Maggiore e sulla torre Garisenda.

Passaggi Fra le Nuvole: il fumetto al Pincio di Fano

Tra gli altri ospiti della rassegna ci saranno Claudia Palmarucci, che racconterà la figura di Marie Curie presentando il suo fumetto Marie Curie. Nel paese della scienza, premio Orbil 2020 nella categoria Divulgazione, e Michele Petrucci che porterà l’avvincente e commuovente storia di Tarrare, protagonista della graphic novel L’insaziabile, sul palco del Pincio. Sabato 29 agosto sarà a Fano il famoso fumettista Filippo Scòzzari con il suo Lassù no, un’antologia che raccoglie il meglio della sua geniale produzione fantascientifica e della sua attività creativa, dalla contestazione degli anni ’70 alle tavole degli anni 2000. Tutti gli ospiti di Passaggi Fra le Nuvole converseranno con il critico di fumetti Alessio Trabacchini.

Musica e libri si incontrano a Fuori Passaggi

Il primo ospite di Fuori Passaggi sarà invece Linus, il direttore artistico di Radio Deejay. Giovedì 27 agosto il conduttore di Deejay chiama Italia porterà a Passaggi Festival il suo romanzo Fino a quando, in cui, ipotizzando il suo addio al mondo della radio, ripercorre insieme al lettore la sua vita pubblica e personale. Insieme a lui converserà il dj e critico musicale Luca Valentini. Il giorno seguente il cantautore Giovanni Truppi si esibirà sul palco del Pincio e presenterà al pubblico il suo ultimo album Cinque, contenente cinque brani incisi con Calcutta, Niccolò Fabi, Brunori Sas e La Rappresentante di Lista. Il disco è pubblicato da Coconino Press insieme a un libro contenente fumetti ispirati alla musica di Truppi. Converseranno con l’artista due dei sei illustratori che hanno collaborato alla creazione di Cinque, Antonio Pronostico e Fulvio Risuleo.

Ema Stokholma e il Terzo Segreto di Satira: gli ultimi ospiti del Pincio

Sabato 29 agosto saranno due gli ospiti di Fuori Passaggi. Ema Stokholma, nome d’arte di Morwenn Moguerou, racconterà nella presentazione di Per il mio bene la sua dolorosa infanzia e la violenta vita familiare da cui è scappata per sottrarsi ai maltrattamenti della madre. Francesca Amodio porta a Fano il suo libro L’Osteria del Palco – Storie gastromusicali di musicisti on the road, che raccoglie i racconti e le testimonianze di venticinque musicisti per festeggiare i venticinque anni del festival di Faenza M.E.I. – Meeting Etichette Indipendenti. Con lei sarà presente anche il direttore di M.E.I. Giordano Sangiorgi e l’evento terminerà con una performance live del gruppo musicale genovese i Meganoidi. Fuori Passaggi si concluderà domenica 30 agosto con i ragazzi de il Terzo Segreto di Satira, collettivo di autori e videomaker, e il loro saggio, una divertente satira politica intitolata La paranza dei buonisti. Manuale di sopravvivenza per il ventennio sovranista.

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Premio Passaggi all’editore Crocetti e Premio Barbato al giornalista Zanchini https://2020.passaggifestival.it/premio-andrea-barbato-giorgio-zanchini-nicola-crocetti/ Sun, 16 Aug 2020 08:37:47 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=74345 Due grandi nomi per i premi dell'ottava edizione: Due diverse personalità e due diversi settori, per il giornalista Rai Giorgio Zanchini e l'editore e traduttore Nicola Crocetti, ma in una sola passione per la cultura.

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Premio Passaggi Nicola Crocetti Premio Andrea Barbato a Giorgio Zanchini

L’editore Nicola Crocetti (sin.) e il giornalista Rai Giorgio Zanchini

 

Anche quest’anno tra i momenti più importanti del Festival non mancheranno la consegna del Premio Passaggi e quella del Premio giornalistico Andrea Barbato.

Il primo, che dal 2013 viene assegnato dal Comitato scientifico del Festival a personalità che si sono distinte per il loro alto profilo morale e per una brillante attività intellettuale (il primo a riceverlo è stato Sergio Zavoli, recentemente scomparso), sarà conferito a Nicola Crocetti; il secondo riconosce e premia la ricchezza della carriera giornalistica di Giorgio Zanchini.

Premio Passaggi: evento finale del Festival

Passaggi Festival 2020 si concluderà la sera di domenica 30 agosto con la consegna del Premio Passaggi che questa estate si terrà nella suggestiva Chiesa di San Francesco, che da anni ospita la rassegna poetica Passaggi diVersi.

A ricevere il premio sarà l’editore, giornalista e traduttore Nicola Crocetti che converserà con il responsabile Cultura del Corriere della Sera e direttore de La Lettura Antonio Troiano, con il critico letterario della stessa testata Roberto Galaverni de La Lettura del Corriere della Sera e Fabrizio Lombardo della rivista Versodove.

L’evento inizierà alle ore 22 e sarà arricchito dalle letture di Eugenio Fabbri Manuelli e la cerimonia di consegna avverrà alla presenza del Presidente del Festival Cesare Carnaroli e del direttore di Passaggi Giovanni Belfiori.

Il Premio Passaggi a Nicola Crocetti e alla poesia

Il Premio Passaggi, che negli ultimi anni è stato assegnato alla senatrice Liliana Segre e allo psicanalista Massimo Recalcati, passa ora nelle mani di un grande letterato e promotore editoriale, nonché traduttore e appassionato di poesia.

Nicola Crocetti, nato in Grecia, dove ha trascorso la prima infanzia, ha tradotto numerose pagine di narrativa greca, ma soprattutto i testi dei maggiori poeti greci contemporanei, tra cui Ghiannis Ritsos, Kavafis e Seferis.

Nel 1981 ha fondato la casa editrice Crocetti, da sempre specializzata nel genere poetico e ora parte del Gruppo Feltrinelli. Come editore si è occupato dal 1988 della pubblicazione della rivista Poesia, che è stata il primo periodico culturale italiano distribuito in edicola e la più diffusa pubblicazione di cultura poetica dell’Europa.

Premio giornalistico Andrea Barbato

Il Premio Andrea Barbato, dedicato al mondo del giornalismo, sarà invece consegnato a Giorgio Zanchini la sera di sabato 29 agosto. Ad ospitare la cerimonia di premiazione e la presentazione dell’ultimo libro del giornalista, “Cielo e Soldi” (Aras Edizioni), sarà, intorno alle ore 21, il palco di Piazza XX Settembre, nell’ambito della rassegna di saggistica Grandi Autori.

Zanchini converserà con Lorenzo Pavolini di Rai Radio 3 e sarà successivamente premiato alla presenza di Ivana Monti Barbato e Nando dalla Chiesa. Per essere sicuri di poter seguire l’evento è consigliato prenotare un posto come indicato sul sito del Festival (https://2020.passaggifestival.it/come-partecipare/).

Premio Andrea Barbato: Giorgio Zanchini e il giornalismo culturale

Giorgio Zanchini è un importante giornalista, entrato in Rai con concorso pubblico e cresciuto professionalmente con Marino Sinibaldi a Rai Radio 3.  Svolge la sua professione in radio conducendo Radio Anch’io, su Radio1Rai, e in televisione con Quante storie, su Rai 3.

Si dedica anche al mondo alla saggistica come dimostrano i suoi numerosi libri, tra cui La cultura orizzontale con Giovanni Solimine, Sotto il radioso dominio di Dio, La radio nella rete e Leggere, cosa e come.

A Passaggi Zanchini presenterà Cielo e soldi, un saggio sul giornalismo culturale. Il libro è il primo titolo della nuova collana della casa editrice Aras dedicata al giornalismo culturale e analizza e mostra al lettore i cambiamenti che la rivoluzione digitale ha portato in questo ambito.

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Stampo Antimafioso: giovani ricercatori e giornalisti raccontano la mafia e l’antiamafia https://2020.passaggifestival.it/stampo-antimafioso/ Fri, 17 Jul 2020 10:20:43 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=72259 Un'iniziativa volta a raccontare e contrastare l'infiltrazione mafiosa presente a Milano e in altre zone del settentrione della penisola.

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Seguendo l’eredità del giornale I Siciliani di Giuseppe Fava, dal 1° luglio i giovani ricercatori e giornalisti di Stampo Antimafioso studiano e ci raccontano online la mafia e il movimento nato in suo contrasto. Una particolare attenzione è riservata al fenomeno mafioso presente a Milano, in Lombardia e nelle zone settentrionali dell’Italia, luoghi in cui ancora oggi viene negata questa presenza.

Dall’università alla rete

Stampo Antimafioso nasce nel 2011 presso l’Università di Milano. Da progetto universitario, nell’ambito di un corso di giornalismo antimafioso, dopo nove anni assume una nuova veste multimediale. Nel sito web vengono pubblicate cronache, approfondimenti, racconti di quotidiana resistenza al malaffare e anche documentazioni specifiche come norme e relazioni delle Direzioni Antimafia e del Comitato Antimafia di Milano. Per raggiungere un maggior pubblico, la redazione si propone di sfruttare ogni risorsa della rete: da social network come Instagram, Facebook e Twitter a piattaforme sempre più utilizzate come Spotify e YouTube. Il legame con l’Università di Milano è fondamentale in Stampo Antimafioso: nel sito vengono pubblicate le migliori tesi di laurea in Scienze Politiche della criminalità organizzata e scritti degli studenti che oggi si trovano al loro posto nella Facoltà.

Redazione e collaborazioni: da Nando dalla Chiesa a Corrado Stajano

I redattori sono tutti laureati in Scienze Politiche e hanno frequentato il corso di Sociologia della criminalità tenuto da Nando dalla Chiesa, che offre la sua collaborazione anche in questa occasione. Tra i componenti della redazione ci sono anche il Professore e Federica Cabras, coautori del libro Rosso Mafia, presentato a Fano durante la VII edizione di Passaggi Festival.

Tra le importanti collaborazioni ci sono lo scrittore e giornalista Corrado Stajano, Tg1 Maria Grazia Mazzola del Tg1 e i presidenti della Commissione antimafia di Regione Lombardia e della Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano, Monica Forte e David Gentili.

La mafia nel Nord Italia

Quando nasce Stampo Antimafioso, il Nord Italia sta affrontando, con incredulità e spesso rifiuto, la scoperta della presenza mafiosa nelle sue città. Risale, infatti, al 2010 l’operazione Crimine-Infinito che ha portato a più di 300 arresti tra Calabria e Lombardia. Questo problema viene comunque ignorato e minimizzato, tanto che il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, afferma: “A Milano e in Lombardia la mafia non esiste. Sono presenti singole famiglie”.

Stampo Antimafioso cerca di contrastare questo disinteresse, questa minimizzazione e negazione del fenomeno mafioso nella zona settentrionale dell’Italia, concentrandosi, nella sensibilizzazione e informazione dei suoi lettori, soprattutto sull’infiltrazione e presenza dell‘ndrangheta nel Nord.

Nando dalla Chiesa presenta Stampo Antimafioso

A chi è rivolto il sito? Quali vi aspettate possano essere i vostri lettori?

Principalmente lettori interni al movimento antimafia, inteso in senso ampio come tutti coloro che seguono con interesse la lotta alla mafia e ciò che fanno università e associazioni. Ci teniamo a dare spazio a chi dà notizie ma non è un quotidiano, vogliamo creare un luogo in cui far nascere nuove idee e dibattiti. Le persone scelte e l’ancoraggio all’università forniscono un occhio attento e diverso agli aspetti positivi e negativi dell’antimafia.

Come saranno utilizzate piattaforme come YouTube e Spotify?

Ne vogliamo fare un uso ampio. L’idea non è mia, ma la direttrice Ester Castano è molto brava nell’uso di queste piattaforme e sa sfruttare abilmente le loro proprietà. È un punto di forza per Stampo Antimafioso che mira alla moltiplicazione continua delle connessioni. 

Come si è evoluto Stampo Antimafioso dal 2011? Com’era l’edizione interna all’università?

Stampo Antimafioso nasce dopo il primo laboratorio di giornalismo antimafioso. L’Idea mi è venuta dopo il secondo anno del corso di Sociologia di criminalità organizzata. Mi sono reso conto che molti studenti scrivevano in giornalini universitari, allora per concretizzare questa loro passione ho fondato il Laboratorio di giornalismo antimafioso, perché potessero conoscere e approfondire le norme specifiche che richiede il giornalismo antimafioso. Furono poi i ragazzi a fondare Stampo Antimafioso. Il nome, scelto da loro, si riferisce a “stampo” come sinonimo di giornale e richiama il reato di stampo mafioso.

Al tempo c’era un Largo apporto di studenti. Nell’edizione attuale, invece, ci sono soprattutto dottorandi e giovani giornalisti. Gli studenti dell’Università di Milano che hanno dato la loro disponibilità per collaborare con Stampo Antimafioso, sono un’aggiunta preziosa, ma è difficile portare avanti un progetto del genere esclusivamente con loro.

È possibile per giovani esterni alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano collaborare con
Stampo Antimafioso?

Certo. L’ancoraggio all’università è una garanzia scientifica, ma Stampo Antimafioso è aperto a tutti.

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Giornata della legalità: il ricordo di Giovanni Falcone nei libri https://2020.passaggifestival.it/giornata-legalita-falcone-strage-di-capaci/ Sat, 23 May 2020 09:35:20 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70914 Il 23 Maggio del 1992 moriva nella Strage di Capaci il magistrato insieme a sua moglie e a tre agenti della sua scorta. Da quel giorno questa data è la Giornata della Legalità.

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giornata legalità

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso
perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i
servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”

Con queste parole, raccolte da Marcelle Padovani nel libro Cose di Cosa Nostra, Giovanni Falcone parla
delle vittime della mafia di Palermo, ma anche di sé. Sa che sono in molti a volere la sua morte e sa di essere stato lasciato solo.

La giornata legalità e la strage di Capaci

Come scrive Attilio Bolzoni in Uomini soli:Provano ad annientarlo in ogni momento e in tutti i modi. Ci
riescono alle 17.56 minuti e 48 secondi del 23 maggio 1992 su una curva dell’autostrada che dall’aeroporto
di Punta Raisi corre verso la città.  A quell’ora, gli strumenti dell’Istituto di Geofisica e di Vulcanologia di Monte Erice registrano un piccolo evento sismico con epicentro fra i comuni di Isola delle Femmine e Capaci.  Non è un terremoto. È una carica di cinquecento chili di tritolo che fa saltare in aria Giovanni Falcone.

Insieme al magistrato muoiono anche la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta Vito
Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Il pool antimafia e il maxi-processo

Nel 1983 Antonino Caponnetto forma a Palermo un pool di magistrati con il fine di contrastare il fenomeno
mafioso che in quegli anni stava devastando la Sicilia e sfidando lo Sato. Tra i primi ad essere scelti c’è
Giovanni Falcone, che suggerisce di incaricare anche il collega Paolo Borsellino.

Iniziano così le indagini che porteranno al maxi-processo, il primo grande processo dello Stato alla mafia, concluso il 16 dicembre 1987 con 360 condanne e 114 assoluzioni.

Ma nonostante l’importanza di quelle indagini e di quel processo, Giovanni Falcone viene avversato ripetutamente e da parte di molti. Solo dopo la sua morte verrà riconosciuto unanimemente il suo valore di uomo di stato e il decisivo contributo nel contrasto alla mafia.

Un uomo normale

Nel 1988, il Consiglio Superiore della Magistratura nomina Antonino Meli Capo dell’Ufficio istruzione di
Palermo, preferendolo a Giovanni Falcone.

È un mancato riconoscimento che pesa enormemente sulle scelte future di Falcone, che dopo poco si trasferisce a Roma, per lavorare nel Ministero della Giustizia; continua il suo impegno contro la mafia, dirigendo il Dipartimento degli Affari Penali.

Francesco La Licata in Storia di Giovanni Falcone ce lo presenta così: “No, Giovanni non era un Superman, nessuna divinità lo aveva baciato. Era un uomo normale coi suoi pregi e i suoi difetti, con le sue euforie e le sue depressioni. Gli piaceva vincere, questo sì. Era allenato alla lotta. La sua qualità più evidente? Forse la capacità di soffrire, di sopportare molto più degli altri senza arrendersi mai.”

23 maggio, Giornata legalità

Il 23 maggio è la Giornata nazionale per la legalità e il contrasto alla criminalità mafiosa.

Gli scopi di tale ricorrenza sono due: celebrare i valori di legalità, onestà e coraggio rappresentati da grandi uomini di Stato come Giovanni Falcone e ricordare a tutti che la mafia è un fenomeno ancora vivo e forte, al quale è necessario opporsi ogni giorno.

Il coraggio e l’esempio, Falcone e Borsellino 1992-2012 ripercorre gli anni del pool antimafia e racconta le stragi di Capaci e di via D’Amelio attraverso gli articoli di grandi firme del Corriere della Sera e le fotografie di Letizia Battaglia.

Nel romanzo Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando mostra a bambini e ragazzi il crudele mondo della mafia e presenta il coraggio di chi la sfida e non si piega ad essa, come Giovanni Falcone.


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9 maggio 1978: Aldo Moro e Peppino Impastato nei libri https://2020.passaggifestival.it/aldo-moro-peppino-impastato-libri/ Sat, 09 May 2020 07:27:37 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70604 Due vittime della mafia che hanno stimolato il bisogno di scoprire e parlare della verità in tantissimi scrittori.

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9 maggio 1978. Un giorno buio della storia italiana. A Roma in una Renault 4 rossa viene ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, rapito cinquantacinque giorni prima e ucciso dalle Brigate Rosse; in Sicilia, su un tratto della ferrovia Palermo-Trapani, si scoprono i resti di un giovane, Peppino Impastato.

Due vite molto diverse, interrotte da una violenza che si opponeva ai loro progetti di rinnovamento: la spietatezza del terrorismo e la ferocia della mafia.

Il caso Moro da via Fani a via Caetani

Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione in Parlamento del nuovo governo democristiano presieduto da Giulio Andreotti e per la prima volta sostenuto anche dal Partito comunista italiano, un comando brigatista rapisce a Roma, in via Fani, il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro e uccide i cinque uomini della sua scorta.

Il principale artefice della politica di “solidarietà nazionale”, volta a fornire una risposta unitaria alla crisi che il Paese sta vivendo soprattutto a causa del terrorismo, passa cinquantacinque giorni nella “prigione del popolo”. Il governo decide di non trattare con i terroristi per il rilascio di Moro, provocando numerose polemiche soprattutto da parte del Partito socialista italiano, e dopo un periodo di forte tensione che coinvolge tutto il Paese il corpo dell’onorevole democristiano viene ritrovato in via Caetani.

Il politico e scrittore Sergio Flamigni riassume e analizza gli avvenimenti di quei giorni nei suoi numerosi saggi tra cui ricordiamo La tela del ragno e Rapporto sul caso Moro.

Topografia del caso Moro di Roberto Fagiolo è invece un interessante e originale racconto dei luttuosi eventi, svolto attraverso una ricostruzione topografica, arricchita dalle novità messe in luce dalla Seconda Commissione Moro.

Corrado Augias ricostruisce un chiaro quadro storico e politico del tempo, necessario per comprendere pienamente il caso Moro, nel saggio 1978 Cronaca di un anno drammatico.

Lettere dalla “prigione del popolo”

Durante i giorni del sequestro Aldo Moro scrive circa ottanta lettere, di cui una trentina vengono recapitate e rese note dai suoi carcerieri.

Lo scrittore Leonardo Sciascia, membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, è il primo ad analizzare in una prospettiva storica le parole scritte in quelle missive, considerate da alcuni politici “l’opera di un pazzo o il risultato di una costrizione”.

Gli esiti dell’attenta analisi delle lettere e la personale interpretazione dei fatti, sono esposte dall’autore ne L’affaire Moro, pubblicato pochi mesi dopo l’assassinio del presidente della Democrazia cristiana. Il libro ha suscitato polemiche per le posizioni controcorrente, ma è ancora oggi uno degli scritti più interessanti e coraggiosi sull’argomento, in grado di coinvolgere e guidare i lettori, anche quelli che non hanno una personale memoria di tali avvenimenti, nei fatti che sconvolgono l’Italia nel ‘78.

Per chi volesse approfondire il contenuto di tutte le lettere di Aldo Moro scritte nei giorni di prigionia, esse sono state raccolte e pubblicate integralmente da Miguel Gotor in Lettere dalla prigionia.

La loro analisi costituisce l’oggetto anche di un importante testo di Alfredo Carlo Moro, fratello della vittima, Storia di un delitto annunciato, nel quale inoltre si ripercorre quanto emerso dai processi penali e dalle inchieste parlamentari.

Peppino Impastato: da una famiglia di mafiosi a Radio Aut

Peppino Impastato è nato in una famiglia mafiosa, ma ha avuto la forza di non piegarsi alla logica della mafia e il coraggio di non unirsi all’omertà e all’indifferenza dei più. “La mafia era sempre stata di famiglia per noi, interna alla nostra casa, così abituale da non farsi notare; ma con l’omicidio dello zio, d’improvviso diventava una forma spaventosa, sconosciuta e falsamente benevola. (…) Peppino da allora cominciò a chiedersi in che famiglia e in che mondo vivesse.”

Da questo momento, come ci racconta il fratello Giovanni Impastato in Resistere a Mafiopoli, Peppino inizierà a ribellarsi fino a fondare nel 1977, insieme ad altri giovani, Radio Aut. Dai suoi microfoni, attraverso l’ironia e la provocazione, denuncia le speculazioni della mafia nella sua zona e attacca pubblicamente personaggi potenti come Gaetano Badalementi, il boss di Cinisi che abita a solo cento passi dalla casa di colui che sta diventando il suo peggior nemico.

Da terrorista a vittima della mafia

Peppino Impastato si candida alle elezioni provinciali nella lista di Democrazia Proletaria e porta avanti la sua attività di opposizione e denuncia del sistema mafioso fino al 9 maggio 1978.

Mentre tutta l’Italia ha gli occhi puntati sull’omicidio Moro, viene trovato senza vita con una carica di tritolo vicino. Il caso viene chiuso in breve tempo: si tratta di un suicidio avvenuto compiendo un atto terroristico.

Non fu difficile per la mafia depistare e corrompere le indagini verso la pista del terrorismo sfruttando il clima di tensione dovuto soprattutto all’uccisione di Aldo Moro. Solo dopo venti anni il caso viene riaperto grazie all’insistenza degli amici, del fratello, della madre di Peppino e del Centro Siciliano di Documentazione e il processo porta alla condanna come mandante dell’omicidio del boss Badalamenti. Il depistaggio delle indagini, la richiesta di giustizia di amici e parenti e l’inchiesta giudiziaria riguardanti l’omicidio di Peppino Impastato sono raccontate da Salvo Vitale in Cento passi ancora.

Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso ci presentano invece la storia e l’impegno del giovane di Cinisi in un originale fumetto: Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia.

Il coraggio e l’onestà di Peppino Impastato sono un esempio vivo e attuale grazie ai numerosi libri che testimoniano il suo impegno e al famoso film I cento passi di Marco Tullio Giordana, la cui sceneggiatura è riproposta da Claudio Fava e Monica Zapelli nell’omonimo libro.


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Pio La Torre: trentotto anni dall’omicidio del padre della lotta alla mafia https://2020.passaggifestival.it/pio-la-torre-anniversario-morte/ Thu, 30 Apr 2020 16:15:37 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70298 Sindacalista e deputato comunista è stato una delle maggiori personalità della lotta alla mafia. Ha redatto la proposta di legge "Disposizioni contro la mafia"

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Trentotto anni fa ci lasciava Pio La Torre. Sindacalista e deputato comunista è stato una delle maggiori personalità della lotta alla mafia. La mattina del 30 aprile 1982, mentre si stava recando presso la sede palermitana del partito, due moto di grossa cilindrata si affiancarono alla sua macchina e decine di colpi di pistola lo colpirono a morte. Insieme a lui perse la vita anche il compagno Rosario Di Salvo, alla guida dell’automobile.

Le ultime sentenze sul caso, emesse dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo nel 2007, individuano gli autori materiali dell’omicidio e identificano i mandanti in Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.

Pio La Torre è stato ucciso dalla mafia per essersi opposto ad essa.

La legge Rognoni-La Torre

Nel 1972, appena eletto in Parlamento, Pio La Torre entra nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia. Il suo impegno in questa Commissione è stato fondamentale: non solo ha messo in luce e chiarito i legami tra mafia e politica, ma ha portato alla creazione del primo reale strumento di lotta alla criminalità organizzata.

Pio La Torre ha redatto, insieme al collega Virginio Rognoni, la proposta di legge “Disposizioni contro la mafia” che richiedeva l’introduzione di un nuovo articolo nel codice penale, il 416 bis, riguardante il reato di associazione mafiosa. Fino ad ora l’appartenenza alla mafia non era passibile di condanna e lo Stato non aveva manifestato in modo convinto ed efficace la propria volontà di combattere questo fenomeno.

Una sconfitta per i mafiosi

La proposta di legge prevedeva per chi avesse commesso il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso una pena dai tre ai sei anni di carcere, che poteva salire fino ai dieci nel caso di un gruppo armato. Inoltre, stabiliva la decadenza dagli incarichi civili, consentiva le indagini patrimoniali e la confisca obbligatoria dei beni riconducibili alle attività criminali degli arrestati.

Come afferma Antonio Nicaso ne La mafia spiegata ai ragazzi, questa fu “una grande sconfitta per i mafiosi che, tra i rischi, mettono sempre in conto il carcere, ma non sopportano l’idea di uno Stato che rovisti nelle loro tasche.”

La proposta di legge fu approvata solo nel 1982, dopo l’omicidio di Pio La Torre e di altri nemici della mafia come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Quattro libri per conoscere Pio La Torre

Pio La Torre ha rappresentato, e rappresenta tuttora, i valori di giustizia, legalità e convivenza pacifica. Ha speso la sua vitta lottando per i diritti e per la pace, opponendosi alle ingiustizie e trovandosi sempre in prima linea contro chi cercasse di limitarli.

Il figlio Franco La Torre e i fratelli ci raccontano la vita del padre nella biografia Sulle ginocchia. Pio La Torre, una storia e in Ecco chi sei. Pio La Torre, nostro padre. Sono numerosi i libri scritti per ricordare e celebrare Pio La Torre e il suo fondamentale contributo alla lotta alla mafia, tra questi ricordiamo anche L’uomo che incastrò la mafia di Giuseppe Bascietto e Claudio Camarca e per i lettori più giovani consigliamo Pio La Torre. Una vita contro la mafia e i poteri forti, in cui Melania Federico presenta la figura del sindacalista palermitano a bambini e ragazzi.

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Il primo uomo nello Spazio: libri, film e una poesia per viaggiare con Jurij Gagarin https://2020.passaggifestival.it/primo-uomo-nello-spazio-gagarin/ Sun, 12 Apr 2020 10:11:53 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69443 Accadde il 12 aprile 1961. Consigli di lettura per conoscere l'astronauta sovietico che superò i confini terrestri.

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uomo nello spazio, astronauta, gagarin

L’uomo nello spazio non è più fantascienza. Siamo in piena Guerra Fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica rappresentano due diversi modelli di governo, due sistemi ideologici e due messaggi tra loro incompatibili. I campi in cui le due grandi potenze si confrontano sono la corsa agli armamenti nucleari e la conquista dello Spazio.

Il confronto tra le due superpotenze – come venivano chiamate nel secolo scorso Usa e Urss –  consiste anche nel dimostrare la propria superiorità attraverso lo sviluppo tecnologico. Entrambi i paesi investono così risorse economiche e umane nella ricerca scientifica.

Si trattò di un’attività dal valore sostanzialmente simbolico nell’esprimere i rapporti di forza tra le due nazioni, ma portò l’uomo a superare i suoi confini e quelli della Terra per esplorare una nuova dimensione e per vedere ciò che riguarda il suo pianeta da un’altra prospettiva.

Un’orbita attorno alla Terra dell’uomo nello spazio

Fu Jurij Gagarin il primo uomo a lasciare il nostro pianeta per un viaggio nello spazio di 108 minuti. Un grande traguardo per l’Urss e per l’intera umanità. È Il 12 aprile 1961, ore 9:07 quando Gagarin pronuncia il suo famoso “poyekhali!” (“andiamo!”) e il vettore Semyorka parte per lanciare in orbita la Vostok 1.

La sua missione consiste in una singola orbita attorno alla Terra. L’astronauta parte da Bajkonur, in Kazakistan, sorvola l’oceano Pacifico in direzione della Siberia e all’altezza dell’Africa si accendono i retrorazzi della navicella per consentire il rientro.

Gagarin viene espulso a 7.000 metri di quota e atterra con un paracadute a Smielkova, nella Russia occidentale, dove le prime ad accoglierlo sono la contadina Anna Taktatova e sua figlia, entrambe spaventate e accompagnate da un vitellino.

A raccontarci i dettagli della spedizione che mandò per la prima volta un uomo nello spazio sono Jamie Doran e Piers Bizony in Starman: The Truth Behind the Legend of Yuri Gagarin, libro del 1998, ripubblicato nel 2011 in occasione del cinquantesimo anniversario della leggendaria missione.

Non c’è nessun Dio quassù: l’autobiografia del primo uomo nello spazio

Jurij Gagarin nacque nel 1934 in una fattoria collettiva di Klushino, un villaggio rurale a 200 chilometri da Mosca. Nel 1941 l’intera famiglia fu costretta a lasciare la propria casa a causa dell’occupazione nazista. All’età di vent’anni Gagarin, per trasformare la sua passione per gli aerei in un vero lavoro, si iscrisse a una scuola di volo e riuscì ad ottenere il brevetto.

Entrò poi nell’aeronautica sovietica per diventare un pilota militare e nel 1959 si offrì volontario per imparare a pilotare una navicella spaziale. Nel 1961 fu scelto per la prima missione nello Spazio e il resto è storia.

Gagarin ha raccontato la sua missione e la sua vita in Non c’è nessun Dio quassù: l’autobiografia del primo uomo a volare nello spazio (Red Star Press). Insieme alle prime parole pronunciate durante il suo volo, “La Terra è blu… che meraviglia, è bellissima”, il titolo del libro è una delle più celebri affermazioni dell’astronauta, anche se non è ancora chiaro se sia realmente da attribuire a lui o se fosse il frutto della propaganda antireligiosa sovietica.

Yuri-Gagarin-1961-primo uomo nello spazioDallo Spazio alla Terra: la vita dopo la missione

Jurij Gagarin divenne una vera e propria star. Al suo ritorno fu accolto in trionfo a Mosca e gli fu conferito il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica. Fu organizzato per lui un tour di propaganda per tutto il mondo e fu ricevuto dalla regina Elisabetta II, da Fidel Castro e dai leader di altri ventotto paesi. Solo John Kennedy non lo ospitò, ma ciò non impedì che la sua celebrità raggiungesse gli Stati Uniti e la curiosità degli americani.

Gagarin fu costretto a interrompere la sua carriera da cosmonauta e pilota, nonostante desiderasse di tornare nello Spazio. Era ormai un simbolo nazionale e non poteva certo perdere la vita in volo. Invece, sfortunatamente, fu proprio così che andò. Dopo insistenti richieste di poter riprendere almeno a pilotare aerei, nel 1968 gli venne revocato il divieto di volo e il 27 marzo, durante una missione di addestramento, si schiantò al suolo.

L’intero mondo pianse la scomparsa del primo uomo che aveva avuto il coraggio e la forza di spingersi oltre i confini del conosciuto. Sulla triste morte dell’astronauta furono elaborate numerose teorie complottiste esposte da Tibor Vajda nel libro The Gagarin Mystery.

Gagarin, il figlio dell’umanità donato al cielo

Jurij Gagarin ha condiviso con tutti i pensieri e le emozioni provate mentre orbitava in solitudine attorno alla Terra nel libro Quello che ho visto nello Spazio. Psicologia e cosmo nell’esperienza del primo uomo a volare tra le stelle, scritto insieme allo psicologo che l’ha seguito nella preparazione all’impresa, Vladimir Lebedev. Per gli amanti del cinema consigliamo invece la visione di Gagarin. Primo nello spazio, film del 2013 diretto da Pavel Parkhomenko.

Nel 1969 il poeta russo Evgenij Aleksandrovič Evtušenko celebrò Gagarin e la sua missione con una splendida poesia in cui ricorda anche il memorabile gesto dell’americano Armstrong che lasciò sulla superficie lunare una sacca con alcuni ricordi di Gagarin per condividere con il collega scomparso il suo traguardo.

Gli astronauti non sono strumenti di guerra e competizione, ma un simbolo di fratellanza, di umanità e di unione tra le nazioni.

Io sono Gagarin.
Per primo ho volato,
e voi volaste dopo di me.
Sono stato donato
per sempre al cielo, dalla terra,
come il figlio dell’umanità.


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L’enigma del Professore: La casa di carta diventa un libro https://2020.passaggifestival.it/casa-di-carta-diventa-libro/ Thu, 09 Apr 2020 13:23:19 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69273 La popolare serie tv spagnola lanciata da Netflix diventa libro. In uscita il prossimo 12 maggio per le edizioni Magazzini Salani.

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L’enigma del Professore la casa di carta diventa libroLa quarta parte de La casa di carta è stata rilasciata su Netflix il 4 aprile, ma le sorprese per i fan della banda di rapinatori più amata di sempre non sono terminate. È in arrivò L’enigma del Professore, il primo libro ispirato alla serie tv spagnola.

La casa di carta diventa libro

L’enigma del professore, pubblicato da Magazzini Salani, sarà disponibile in Italia dal 14 maggio ed è già prenotabile su Amazon e gli altri store online.

Il protagonista del libro è Jero Lamarca, il compagno di infanzia e adolescenza di Sergio Marquina. I due si sono conosciuti all’ospedale San Juan de Dios di San Sebastian, dove hanno condiviso esperienze dolorose e pesanti. Anche Jero a suo modo ha contribuito alla progettazione delle due rapine: ha sempre esercitato una grande influenza sulla mente dell’amico, ispirando così anche i suoi ingegnosi e perfetti piani. Il professore non dimentica nessuno: anche Jero avrà la sua parte di bottino, deve solo trovarla.

La casa di carta diventa libro

Una caccia al tesoro per Jero e il lettore

Mentre si prepara a lasciare l’officina motociclistica che ha portato al fallimento, Jero riceve un pacco misterioso che contiene un taccuino, una lettera, una scatola di latta chiusa da un lucchetto, la foto di una maschera di Dalí e un origami di carta rossa. Comprende subito che il denaro nascosto da Sergio può aiutarlo a riscattare la sua intera vita e inizia così la sua ricerca. Ad aiutarlo sarà proprio il lettore che dovrà seguire gli indizi e risolvere gli enigmi e i rompicapi architettati ingegnosamente dal professore. Ognuno di noi, grazie a questo libro interattivo, può confrontarsi in prima persona con la mente geniale che è riuscita a rubare 2400 milioni di euro dalla Zecca di Stato spagnola e a guidare la sua banda dentro il Banco di Spagna e sotto i riflettori per la seconda volta.

La casa di carta e Stranger Things: da serie tv a libri

La casa di carta, dunque, diventa libro e questa volta i fan de La casa di carta, in attesa dell’annuncio della quinta parte della serie, possono abbandonare gli schermi di tv e computer per ritrovare la mente geniale del Professore tra le pagine di un libro.

La casa editrice Magazzini Sallani ha ottenuto l’esclusiva nella pubblicazione dei volumi del franchise in Italia. Questa non è però la prima volta che si confronta con il mondo di Netflix. Ha infatti già pubblicato due fumetti, Il sottosopra e Sei, scritti da Jody Houser e disegnati da Stefano Martino ispirati alla serie tv di successo Stranger Things.

La casa di carta, un successo mondiale

La casa di carta è tra le serie tv più apprezzate del momento e attira un pubblico vasto ed eterogeneo. La mente dietro tanto successo, in grado di superare quella del Professore per genialità e creatività, è quella dello spagnolo Alex Pina.

Le maschere di Dalì e le tute rosse, indossate dalla banda di rapinatori e dai loro ostaggi, sono diventate dei simboli di resistenza e lotta alle ingiustizie e sono comparse nelle manifestazioni di tutto il mondo, dal Cile fino a Hong Kong. La storia di Tokyo, Rio, Nairobi, Denver e i loro compagni è stata in grado di appassionare ed emozionare gli spettatori dei 190 Paesi in cui Netflix è arrivato. Ma anche su una piattaforma diversa, come quella del libro, La casa di carta riuscirà a trasmettere tanti valori ed emozioni? Non ci resta che aspettare l’uscita de L’enigma del Professore per scoprirlo!


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Vietato il contatto fisico? Abbracciamoci nei libri https://2020.passaggifestival.it/abbraccio-letteratura/ Sun, 05 Apr 2020 07:40:25 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69137 Nell’attesa di poter finalmente tornare ad abbracciarci, avvertendo tutto il peso della mancanza di contatto fisico, consoliamoci rivivendo gli abbracci che hanno fatto la storia della letteratura. Dall’antica Grecia ai giorni nostri sono innumerevoli gli episodi che descrivono gesti d’affetto entrati a far parte del nostro immaginario. “Un abbraccio vale più di mille parole”, recita […]

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abbraccio letteratura libri

Nell’attesa di poter finalmente tornare ad abbracciarci, avvertendo tutto il peso della mancanza di contatto fisico, consoliamoci rivivendo gli abbracci che hanno fatto la storia della letteratura. Dall’antica Grecia ai giorni nostri sono innumerevoli gli episodi che descrivono gesti d’affetto entrati a far parte del nostro immaginario.
“Un abbraccio vale più di mille parole”, recita un famoso proverbio. Questo gesto fisico può assumere significati diversi, l’unica certezza è che difficilmente si tratta di un gesto sgradito.
La scienza medica, ad esempio, ci indica che abbracciare rilascia endorfina nel sangue e ciò ha numerosi benefici: genera benessere, riduce la pressione arteriosa, aiuta ad alleviare i mal di testa e abbassano i livelli di stress ed ansia.

Gli abbracci impossibili nei classici

La letteratura classica ci offre numerosi esempi di abbracci tanto sperati quanto irrealizzati. Nel libro XI dell’Odissea, Ulisse, l’uomo dal multiforme ingegno, riesce a parlare con le ombre nel mondo degli Inferi. All’improvviso egli vede la madre Anticlea, la fa avvicinare e le chiede notizie sulla sua morte, che egli ignorava, e sulla sua sposa.
Mentre lei parla, l’eroe vorrebbe abbracciarla, eppure per ben tre volte le sue braccia non incontrano il corpo della madre ma solo l’ombra.
Virgilio, memore dell’episodio narrato da Omero, costruisce una scena analoga nella sua Eneide. Enea incontra nei Campi Elisi il padre Anchise, defunto durante il viaggio verso l’Italia. Padre e figlio piangono appena si incontrano e vorrebbero abbracciarsi; ancora una volta però il gesto non riesce, poiché Anchise non possiede più alcuna fisicità.
Per quanto riguarda i classici della letteratura italiana, anche Dante dimostra di aver fatto sua la lezione omerica. Nella Comedìa, nel II canto del Purgatorio, egli vede un’anima che si distingue tra le altre e che avanza verso di lui. Si tratta di un suo amico musico e cantore, Casella. Per esprime l’impossibilità di un contatto fisico tra i due, il poeta fiorentino riprende la figura tipicamente omerica del mancato triplice abbraccio.

Abbracci materni

Come ci spiega David Grossman nel suo libro L’Abbraccio (Mondadori), questo gesto rivela la mamma al suo bambino. Grossman con le sue magiche parole dà vita ad un commovente apologo sulla solitudine e sull’amore.
Un abbraccio può arginare il nostro senso di solitudine e smette di farci sentire “uno”, facendoci invece diventare “due”.
Lo stesso amore materno lo ritroviamo racchiuso nell’abbraccio che si scambiano August e la mamma in Wonder dell’autrice R.J. Palacio. Si tratta di un bambino nato con una grave deformazione craniofacciale che, da sempre, ha dovuto imparare a convivere con il rifiuto e la paura dei coetanei. L’abbraccio assume qui una funzione quasi terapeutica, simbolo di un amore incondizionato e un modo per infondere sicurezza.

La sicurezza di un abbraccio

Tutti conservano nella loro memoria il ricordo di abbracci speciali, capaci di aiutarci a superare momenti critici della nostra vita. Ce lo spiega bene Abu Lhawa in Ogni mattina a Jenin (Feltrinelli): la protagonista si rifugia nel ricordo degli abbracci del padre. Non ha più trovato un luogo tanto sicuro come quando nascondeva la testa nella cavità del suo collo e delle sue spalle robuste.
In maniera analoga Aibeleen, protagonista del romanzo The help (Mondadori) di Katheryn Stockett, ritrova sicurezza negli abbracci dell’amica Minnie. Donna di colore americana al servizio di famiglie bianche nell’America degli anni 60, ella ha appena perduto il figlio vittima di un incidente sul lavoro. L’aiuto della cara amica le permetterà di assimilare un lutto inimmaginabilmente doloroso che l’accompagnerà, però, per tutto il resto della vita.

Un abbraccio per dire ti amo

Assieme al bacio, da sempre l’abbraccio è una delle manifestazioni d’amore più dirette e sincere. Abbracciarsi vuol dire amarsi, vuol dire avere cura l’uno dell’altro.
Infatti Oliver ed Elio, protagonisti di Chiamami col tuo nome di André Aciman (Guanda), esprimono il loro profondo e giovanile sentimento amoroso tuffandosi l’uno nelle braccia dell’altro.
Una delle scene d’amore più commoventi è senza dubbio, nell’Iliade, l’immagine di Achille, eroe greco per eccellenza, che abbraccia disperato il corpo senza vita dell’amato Patroclo, brutalmente ucciso in battaglia dall’eroe troiano Ettore. Si tratta, quindi, di un gesto che esprime un amore vivo e presente ma anche di un amore perpetuo, che rimarrà anche dopo la morte seppure nella misera forma di un ricordo.

Abbracciarsi per costruire un mondo migliore

Nel libro L’arte dell’abbraccio (Piemme) il filosofo e anziano maestro buddista giapponese Daisaku Ikeda dialoga con Sarah Wider, docente di letteratura americana ed ex presidentessa della Ralph Waldo Emerson Society. Daisaku Ikeda, oggi ultranovantenne e fra le figure più importanti del buddismo, spiega che costruire relazioni fra gli esseri umani è un’arte potente e creativa, e se ad essa fosse dedicato il tempo che si dedica ad altre attività, il mondo sarebbe un posto migliore.

Come ci insegna il poeta cileno Pablo Neruda, abbracciarsi vuol dire tante cose. I molteplici significati di questo gesto possono essere efficacemente riassunti nella parola “condivisione”, come scrive nella sua poesia La magia di un abbraccio:

(…) il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo.

 


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Black Boys: la follia della vendetta https://2020.passaggifestival.it/black-boys-la-follia-della-vendetta-di-gabriele-clima/ Fri, 03 Apr 2020 10:28:04 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69060 L’ultimo libro di Gabriele Clima, edito Feltrinelli, è un romanzo di formazione ispirato a una storia vera. L’autore ci porta nel fragile mondo dell’adolescente Alex tormentato dalla scelta, dall’insicurezza, dalla volontà di mostrarsi forti e invincibili, dalla vendetta e inevitabilmente dalla violenza. “Sotto alla foto c’era il commento di qualcuno che diceva che quel nero […]

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Black Boys Gabriele Cima FeltrinelliL’ultimo libro di Gabriele Clima, edito Feltrinelli, è un romanzo di formazione ispirato a una storia vera. L’autore ci porta nel fragile mondo dell’adolescente Alex tormentato dalla scelta, dall’insicurezza, dalla volontà di mostrarsi forti e invincibili, dalla vendetta e inevitabilmente dalla violenza.
“Sotto alla foto c’era il commento di qualcuno che diceva che quel nero non meritava di essere al mondo; che non si era fatto neanche un giorno di galera, e che se fosse stato per lui, lo avrebbe trovato e gliel’avrebbe fatta pagare di persona. Avevo sentito lo stomaco contrarsi, e avevo pensato che era esattamente questo ciò che avrei dovuto fare, non solo per papà, anche per mamma, questo, e allora sì che sarei stato davvero un combattente. Avrei cercato quel nero, l’avrei trovato e gliel’avrei fatta pagare”.

Black Boys, il prezzo della violenza

Alex ha sedici anni e una grande fame di vendetta. Suo padre ha perso la vita in un incidente e il ragazzo vuole trovare il responsabile, un “nero”, per dargli una lezione. Entra così nei Black Boys, un gruppo violento di azione giovanile. Solo loro possono aiutarlo a smaltire la rabbia che lo corrode, ma c’è un prezzo da pagare: Alex dovrà prendere parte alle azioni punitive che il gruppo organizza. È inevitabile perdere il controllo quando si sceglie la via della violenza e così dopo non molto un uomo finisce in ospedale e viene aperta un’indagine a carico di Alex. Il protagonista è sconvolto e tenta così di uscire dai Black Boys, ma non è facile allontanarsi da un gruppo del genere. I sui vecchi compagni lo minacciano e solo ora Alex, schiacciato dal peso di scelte sempre più difficili e dagli esiti delle sue azioni, prende consapevolezza della follia a cui il suo desiderio di vendetta lo ha portato.

Un libro per riflettere

I sentimenti indecifrabili dell’adolescenza, la follia dell’odio e del razzismo sono, insieme ad Alex, i protagonisti di questo romanzo che mette in scena le dinamiche del branco e le difficoltà di crescere da soli, dopo aver perso una figura di riferimento. Tra le pagine di questo romanzo è raccontato lo scontro tra ciò che siamo e quello che vogliamo diventare, tra l’istinto e la ragione, l’innocenza e la consapevolezza delle proprie azioni.
Luisa Mattia, scrittrice di La scelta e altri famosi romanzi per ragazzi, sui suoi profili social ha recentemente consigliato la lettura di Black Boys e riferendosi al libro di Gabriele Cima ha scritto che “la buona narrativa è quella che entra dentro tematiche serie evitando la superficialità, mantenendo un tocco di levità e non abbandona il rigore stilistico”. L’autore nelle sue storie offre interessanti spunti di riflessione per i più giovani, ma anche per gli adulti. Tra le pagine dei suoi libri affronta tematiche sociali importanti come il rapporto genitori-figli, la diversità, l’integrazione e l’immigrazione inserendoli in appassionanti racconti.

Gabriele Cima: dal premio Andersen agli incontri nelle scuole

Gabriele Clima è uno scrittore e illustratore per ragazzi. Ha pubblicato numerosi libri per diverse fasce d’età, poi tradotti in quindici diverse lingue. Nel 2017 ha vinto il Premio Andersen con Il sole fra le dita. Gabriele nei numerosi incontri che tiene nelle scuole propone a studenti e insegnati la letteratura come strumento per comprendere e interpretare la realtà contemporanea. È membro dell’ICWA, Associazione Italiana Scrittori per Ragazzi, e prima di Black Boys ha pubblicato nella collana Feltrinelli Up anche Continua a camminare. Per chi volesse avere maggiori informazioni sulle sue attività e i suoi libri vi consigliamo di dare un’occhiata al suo blog www.gabrieleclima.com


Titolo: Black Boys
Autore: Gabriele Clima
Editore: Feltrinelli
ISBN: 9788807910593
Pagine: 176
Prezzo di copertina: 13 euro
Pubblicazione in Italia: 6 febbraio 2020


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