Giovanni Belfiori | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Wed, 26 Aug 2020 10:03:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 https://2020.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Giovanni Belfiori | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ 32 32 L’attesa del lettore: tempo di sogni, di speranza e di salvezza https://2020.passaggifestival.it/tema-passaggi-festival-belfiori/ Wed, 26 Aug 2020 07:03:51 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=74926 Al via l'ottava edizione di Passaggi Festival. Il messaggio del Direttore delle manifestazione Giovanni Belfiori.

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Giovanni Belfiori

Giovanni Belfiori, ideatore e direttore di Passaggi Festival

Meglio rivelarlo subito: il tema di questa ottava edizione di Passaggi Festival, “Leggere per ricordare, comprendere, costruire” non è quello che avevamo pensato prima dell’epidemia. La parola chiave individuata non era “leggere”, bensì “identità”. Poi, dopo il termine del lockdown, abbiamo ragionato su ciò che era accaduto. Ci lasciamo dietro un tempo strano, fatto di difficoltà, di incertezze, ma soprattutto fatto di una lunga, estenuante, a volte stressante, preoccupata attesa.

Ecco ‘attesa’ è la parola chiave del tempo che abbiamo vissuto, ma contemporaneamente ‘attesa’ è anche la motivazione e la parola chiave di ogni lettura.

L’attesa del lettore, innanzitutto. L’attesa per come finirà un romanzo, l’attesa di terminare un saggio e comprendere appieno un fatto storico. E poi l’attesa del personaggio letterario: l’attesa del commissario Maigret incerto sugli indizi che ha davanti, l’attesa angosciata del naufrago Robinson Crusoe che si interroga su dove sia finito, l’attesa di Odisseo alla ricerca della rotta verso Itaca, l’attesa infinita del Conte di Montecristo rinchiuso nella prigione del Castello d’If o quella snervante e surreale di Joseph K davanti a un processo in cui non sa di cosa sia accusato.
Qui, invece, nel periodo di isolamento, ci siamo trovati a vivere un’attesa vissuta sulla nostra carne, un’attesa di dolore, a volte perfino di morte, quasi sempre di paura.

Ci sono state, dunque, negli stessi giorni dell’epidemia, due attese. Una contro l’altra. E l’attesa letteraria ci è servita per contrastare quella reale, che abbiamo vissuto con trepidazione, nervoso, stress. E qui è stata la salvezza del lettore nei confronti di chi lettore non è. Il lettore ha avuto dalla sua un’arma pacifica e potente: il libro. Chi non legge, si è trovato immerso nell’attesa imposta dalla malattia dilagante. Chi legge, ha opposto all’attesa l’attesa della lettura.

Ragionando sull’ambiguità della parola ‘attesa’, è nato il tema dell’edizione: leggere, il verbo migliore per esprimere il tempo trascorso. Leggere ha rappresentato la nostra salvezza. Chi ha avuto la forza, la voglia, la capacità di leggere, ha avuto una carta in più. Abbiamo letto per vivere altrove, per fuggire ai numeri dell’epidemia, per sognare, per evadere senza violare leggi e dpcm. Oggi dovremmo leggere anche per comprendere meglio il presente e progettare il futuro, senza l’illusione di affidarci alle “magnifiche sorti e progressive”, ma con la consapevolezza che nei libri possiamo trovare, magari qua e là, magari ogni tanto, quella forza e quella speranza che ci consentono di superare le asperità. Leggere è sempre una condizione di libertà, o perché ci libera dal presente o perché ci aiuta a costruirne uno migliore; a volte serve per fare entrambe le cose, ed è ciò di cui avremmo bisogno oggi.

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Seduzione. Da Casanova a Circe, passando per Don Giovanni https://2020.passaggifestival.it/seduzione-casanova-4-giugno/ Thu, 04 Jun 2020 14:19:21 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=71224 Chi conquista il titolo di seduttore? Tra personaggi letterari e protagonisti reali, scopriamo cos'è la seduzione e quali libri leggere sull'argomento.

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Foto di Foundry Co da Pixabay

 

Nell’Iliade è scritto che la seduzione ruba il senno ai saggi. Essere sedotto, dunque, mi rende incapace di discernere la realtà, di distinguere il bene e il male; senza senno non saprei neppure riconoscere il ‘vero’ me stesso. Deve avere una forza terribile, la seduzione, per poter provocare tutto questo.

Il dizionario etimologico Devoto riporta che il verbo sedurre deriva dal latino ‘seducere‘, composto a sua volta dal prefisso ‘se‘ che esprime separazione e da ‘ducere‘ che significa condurre; nel latino classico, infatti, ‘seducere‘ aveva il valore -recita il vocabolario Treccani- di condurre in disparte, disunire.

Eppure, l’interpretazione più immediata che diamo del verbo ‘sedurre’ è quella di “condurre a sé”: conquisto qualcuno affinché egli o ella si avvicini a me; chi seduce lo fa per condurre a sé l’oggetto della seduzione. Sarebbe, questa, una interpretazione al positivo della seduzione, un modo per legarla all’amore eterno, all’essere amato. La seduzione, invero, non è la conquista ma la strategia per arrivare ad essa. Il piacere non consiste nel raggiungere e amare l’essere desiderato, quanto nell’atto stesso di sedurlo; e il desiderio non è amarlo, bensì piegarlo al proprio dominio.

Il seduttore per eccellenza è Giacomo Casanova, morto il 4 giugno del 1798 nel castello di Dux, in Boemia. Lui, il diplomatico, l’esteta, il filosofo; lui, il libertino, il maestro della seduzione, l’uomo che fa innamorare la nobildonna e la plebea, muore dimenticato, squattrinato, incompreso, persino sbeffeggiato dalla servitù. Il suo mondo era già finito, gran parte sedotto forzatamente da Madama la Ghigliottina: la Rivoluzione Francese abbatte quel tempo dorato in cui Casanova seduce, fugge, viaggia.

Quella intellettuale straordinaria e ben poco studiata che è stata Margherita Sarfatti – per i più, semplicemente l’ebrea amante del Duce – nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, lascia l’Italia. Tornerà nel 1947 e nel 1950 pubblica, per i tipi dell’Arnoldo Mondadori Editore, un volumetto che si intitola: Casanova contro Don Giovanni.

Margherita, anche lei veneziana, scriverà che Casanova “redime la voluttà fisica” e la “glorifica in delicata commozione di anima e cuore“. Il paragone con l’altro arcifamoso seduttore, Don Giovanni, sembra insomma giocare a favore di Casanova. Non so se sia proprio così: Casanova usa ogni mezzo per sedurre, il denaro, l’inganno e perfino la violenza. Quel che c’è nella sua seduzione, forse, è la disperata volontà di vivere, un atto eroico, patentemente votato alla sconfitta, di conquistare l’immortalità conquistando il corpo della donna desiderata. George Bataille nella sua Storia dell’erotismo, scrive che “L’amore è l’approvazione della vita fin dentro la morte”: probabilmente Casanova la pensava allo stesso modo.

E l’altro, l’altro e gli altri seduttori? Il Don Giovanni di Tirso de Molina o quello dell’opera mozartiana: egli cerca la vergine, la maritata, cerca la preda che lo ecciti insomma, e spavaldamente la conquista, la possiede sessualmente, l’abbandona senza alcun rimorso. È, appunto, il dongiovanni del linguaggio comune.

Eppure, l’autentico seduttore, più del Don Giovanni e forse più di Casanova, è Johannes, il protagonista del Diario di Kierkegaard, il quale massimamente elude la conquista carnale, l’ebbrezza gioiosa e incosciente dell’atto erotico, il conteggio degli amplessi casanoviani, per godere, invece, solo dell’avvenuta caduta psicologica della donna. La seduzione per Johannes è, prima di tutto, deviare dalla realtà, altrimenti noiosa e priva di interesse. Egli non inganna solo la giovane Cordelia, ma anche se stesso. Vorrebbe essere amato al di sopra di ogni cosa al mondo, ma nello stesso istante in cui lo anela, lo rende impossibile.

Johannes ordisce scaltramente i suoi piani, perché la seduzione è una delle più grandi arti della guerra, che insegna come adattarsi alle circostanze, senza farsi scrupoli o rispettare regole, insomma à la guerre comme à la guerre. Quando il visconte di Valmont, nel libro più istruttivo per ogni aspirante seduttore, le Relazioni pericolose di Laclos, individua, quale oggetto della seduzione, la presidentessa de Tourvel -fedele al marito, profondamente devota, moralmente inattaccabile-, egli così la descrive “ecco una nemica degna di me”; non vuole, insomma, sedurla per amarla, bensì per vincerla, così come si fa coi nemici in guerra.

Ci appare, allora, in tutta evidenza il vero significato di sedurre: trarre in disparte, cioè trarre fuori dalla retta via, condurre l’altro altrove, distogliendolo dalla strada maestra (quella del bene) per fargli percorrere itinerari nascosti e deviati. La ‘seduzione’ ha un legame molto stretto con la ‘perversione’: perverso è colui che non rispetta e sovverte l’ordine stabilito. Jean Baudrillard spiega che “la seduzione è sempre riferita al male (…) non appartiene mai alla sfera della natura, ma a quella dell’artificio”.

Un teologo cristiano scrisse che l’amore è esodo da se stessi per donarsi all’altro; la seduzione, al contrario, è l’esasperata ricerca del piacere-felicità individuale.
Nel Seicento, padre Paolo Segneri, nel terzo tomo delle Opere Ascetiche, partendo da San Giacomo, ragiona sul parlare e sul sedurre, in particolare sul “non raffrenare la lingua e sedurre il cuore”. Il gesuita arriva alla conclusione che “sedurre è incitare al male con finte ragioni che quello sia bene, e che non sia male“, e dettaglia ancor meglio il concetto: “E così i Religiosi si seducono prima il cuore, con persuadersi che il parlare alquanto liberamente nella tale occasione non sia mal fatto, e ciò a titolo di onesta sollevazione, che quella parola mordace non sia gran peccato“.
La parola arma la seduzione ed è arma di essa: Valmont -siamo alla lettera XXIV- si finge sedotto per sedurre, e così protesta l’innocenza e la sensibilità del suo cuore, ch’è fatto per amare, contro il cuore senza pietà della Tourvel.
L’exemplum più alto del meccanismo di seduzione appartiene al Casanova apocrifo di Arthur Schnitzler. Anziano, Casanova anela al rientro nella sua Venezia. Si ferma nella campagna mantovana, attendendo, in una villa d’amici, la concessione della grazia dal governo della Repubblica, e qui fa la conoscenza dell’affascinante Marcolina, giovane e colta studiosa di filosofia e matematica. La seduzione prevede qui la costruzione di una scena accurata: dapprima Casanova paga un oneroso debito di gioco al sottotenente Lorenzi, amante di Marcolina, e in cambio si prende il suo mantello; finge poi di partire per Venezia e invece torna indietro nella villa; si traveste col mantello del Lorenzi e con una chiave rubata entra nel giardino e quindi nella camera di Marcolina, e poi, con l’inganno della maschera, si infila nel letto della bella giovane.

L’artificio ha successo, ma termina – come ogni incantesimo – con l’arrivo della prima luce dell’aurora.
La scena si fa crudele, spietata e pietosa: Marcolina s’avvede che l’uomo con cui ha giaciuto non è il suo giovane drudo, bensì il vecchio Casanova. Marcolina è una statua, immobile ai piedi del letto, guarda fissa verso il vecchio, con vergogna e orrore.
Casanova si specchia nello sguardo della giovane, e impietosamente capisce che negli occhi della ragazza non c’è nessuna accusa d’esser libertino o canaglia o immorale o ladro; in quegli occhi, Casanova legge solo una tremenda, irrimediabile “sentenza definitiva”, quella che più gli faceva paura: vecchio.

L’inganno è parte costitutiva della seduzione. Il Tommaseo mette a confronto i verbi ‘sedurre’ e ‘ingannare’: “L’ingannatore vuol farvi cadere nel laccio, e nulla più. Seducendo s’inganna; ingannare si può senza sedurre“. La seduzione, dunque, implica sempre l’astuzia, la menzogna, la lusinga, la violenza, l’inganno. Circe, come Penelope, tesse, e, parimenti, il suo ordito serve all’inganno.

Là, a Itaca, la fedele Penelope con la tela infinita inganna i Proci e sfida il tempo nell’attesa del ritorno di Odisseo. Nell’isola di Eaa, Circe dai riccioli belli è intenta alla grande tela per trarre in inganno i compagni di Odisseo.

Circe è la summa delle arti seduttive: non solo tesse, come Penelope, ma canta soavemente, come le Sirene, e il canto e l’ordito seducono gli incauti uomini, i quali, fiduciosi nell’ospite, bevono e mangiano senza presagire la terribile sorte che toccherà loro, quella di essere mutati in porci. Il canto e la tessitura, attività domestiche muliebri, qui diventano armi di seduzione e, quindi, di inganno. Essere coraggiosi non serve, la seduzione vince allo stesso modo l’eroe e il pavido.

Anche Odisseo avrebbe lo stesso destino, se Ermes non gli donasse un antidoto, e proprio il fatto che egli sfugga alle arti magiche, sorprende e attrae Circe: lei seduttrice è ora sorpresa e tratta da pari Odisseo, l’uomo dal multiforme ingegno che ha molto a che fare con la seduzione.
Nessun altro -si stupisce la bella e tremenda dea- aveva resistito ai suoi farmaci. Se tu non sei stato stregato da essi, non puoi che essere Odisseo.

E così Circe lo accoglie nel suo letto, giura di non meditare altre azioni malvagie, libera i compagni dal sortilegio e addirittura li ringiovanisce e li rende più belli, ospita tutti con grande generosità, e infine consiglia Odisseo su cosa fare prima della partenza da Eea.

Omero non ci racconta che accadde poi a Circe. Il canto X si conclude con Circe che si nasconde agli occhi umani. Forse qualcuno potrebbe immaginarla convertita al bene e all’amore: vinta da Odisseo, Circe potrebbe davvero aver perso la sua aurea di donna-vipera per rientrare nei ranghi di donna-moglie. Oppure, partito l’eroe, Circe ordirà nuove trame e canterà nuove melodie, perché ella, dea e donna, è consapevole che la sua felicità risiede nel potere e il potere non è altro che soggiogare e la seduzione, fra tutte, è la forma di esercizio di potere più grande e devastante, poiché soggioga, non con la forza ma con l’inganno, chi già è predisposto a essere ingannato. La seduzione, come sa bene Circe, è l’abbandono totale e consapevole della vittima al suo carnefice.


 

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Le nostre città e le città invisibili di Italo Calvino https://2020.passaggifestival.it/le-citta-invisibili-italo-calvino-lettura-jessica-samantha-chia/ Sat, 02 May 2020 06:33:43 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70331 Cosa sarà delle nostre città fra pochi giorni? Proviamo a immaginarlo seguendo le sorelle Jessica e Samantha Chia nella lettura di alcuni passi del romanzo.

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italo calvino le città invisibili

Italo Calvino pubblica Le città invisibili nel 1972. Il dialogo di Marco Polo con l’imperatore dei Tartari Kublai Khan è un viaggio nelle città fantastiche e immaginarie dell’impero; per noi lettori è un viaggio nella potenza generatrice della parola e nella forza dell’immaginazione che costruisce architetture.

Troverete in qualunque pagina di antologia letteraria, in qualunque recensione la definizione di ‘letteratura combinatoria’ – che qualche anno dopo avrà la sua geometrica perfezione in Se una notte d’inverno un viaggiatore – ma il prodigio de Le città invisibili non risiede soltanto nel gioco delle combinazioni, nelle possibilità di leggere il romanzo seguendo l’ordine consecutivo delle pagine o le attinenze tematiche, ma nello smarrirci nel labirinto, anzi nei labirinti del labirinto. Polo, e il Khan, ci tendono la mano, invitandoci a compiere il passo: oltrepassare la soglia ed entrare nel labirinto dell’impero con le sue città invisibili.

Seguendo Marco Polo, comprenderemo e ci perderemo nella sua impresa impossibile: renderci intellegibile il caos della realtà. Ed è solo in questo perdersi, in questo accettare la complessità e il disordine, che potremo, come il viaggiatore veneziano dice al Khan nel finale, “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Qui, le sorelle Jessica Chia, giornalista del settimanale culturale La Lettura e del Corriere della Sera, e Samantha Chia, storica dell’arte, propongono la lettura di alcuni passi del testo di Italo Calvino.

 


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Alla scoperta di Mitrush Kuteli, maestro del racconto orale albanese https://2020.passaggifestival.it/mitrush-kuteli-albania/ Thu, 23 Apr 2020 18:45:15 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69937 Nella Giornata Mondiale del Libro, l'Ambasciata di Albania in Italia ha deciso di ricordare il maestro del racconto orale albanese.

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mitrush kuteli

Mitrush Kuteli e la sua famiglia (da Albanianews.it)

Nella Giornata Mondiale del Libro, l’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia ha deciso di ricordare “il genio della parola poetica, il maestro del racconto orale (rrëfim), il patriota, il cantore delle bellezze delle tradizioni albanesi, Mitrush Kuteli“.

Kuteli (1907-1967) è stato un grande intellettuale del Paese delle Aquile, perseguitato sia dalla Gestapo nazista sia successivamente dal regime comunista albanese. Era in grado di scrivere e leggere, oltre che in albanese, in greco e latino, francese, rumeno e italiano. In lingua italiana è disponibile L’autunno di Geladin Bey, pubblicato dall’editore Argo.

L’evento culturale proposto dall’Ambasciata è ovviamente tutto digitale; lo presenta Ledia Mirakaj, Responsabile Cultura e Diaspora dell’Ambasciata: “Da oggi iniziamo a presentare un classico della letteratura albanese: ‘Grande è il lamento del peccato‘, opera del maestro Kuteli. È un viaggio nei tratti permanenti dell’anima albanese che ci fa immergere in una realtà del passato remoto, dove si può leggere il futuro, permettendo così alla saggezza popolare di vedere ‘coi propri occhi la possibilità di una vita umana diversissima sulla terra’.

In quest’opera, scrive Petraq Kolevica, “sotto il velo trasparente della leggenda, sotto la luce abbagliante delle sacre scritture, sotto l’eco sensuale dei Canto dei cantici di Salomone e la caduta in tentazione dell’uomo di fede; in questo rrëfim, che è un diamante di tante facce, echeggia in modo superbo l’inno all’amore puro, alla vita libera coniugale, alla perfezione morale, unito alla tenerezza della fede cattolica che alla fine trionfa sulle cattiverie frenanti e deformanti del mondo materiale”.

Le letture dal testo di Mitrush Kuteli

Per gli italiani che conoscono l’albanese, per gli albanesi in Italia, per la comunità italiana arbëreshë l’interessante iniziativa dell’Ambasciata albanese sarà un modo per conoscere la prosa poetica di questo grande scrittore. La lettura è in lingua albanese ed è curata da diversi intellettuali. La prima lettura è di Julian Zhara, giovane e generoso poeta, che ha portato la sua attività intellettuale da Durazzo a Venezia. La seconda sarà curata dalla poetessa Denata Ndreca, che vive a Firenze, mentre la terza lettura sarà di Caterina Zuccaro, traduttrice arbëreshë.

Le letture sono online nella pagina Facebook dell’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia.

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Regione Marche, una legge per leggere tutti https://2020.passaggifestival.it/legge-promozione-lettura/ Wed, 22 Apr 2020 09:39:49 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=65997 Il vice Presidente del Consiglio regionale Minardi: “Aumentiamo il numero dei lettori, incentiviamo la lettura su qualsiasi supporto e nei diversi contesti della vita quotidiana”.

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Renato Claudio Minardi Legge promozione lettura regione Marche

La Regione Marche ha approvato la legge di promozione della lettura. Votato ieri dal Consiglio regionale, il provvedimento legislativo prevede, a partire dal 2021, un finanziamento di 150.000 euro e sarà finanziata annualmente con la legge di bilancio.

La legge nasce proposta del vice Presidente del Consiglio regionale delle Marche, Renato Claudio Minardi: “Sono molto soddisfatto – ha dichiarato – dell’approvazione di una proposta innovativa, tra le prime in Italia, alla quale lavoro da due anni  che ha l’obiettivo di incentivare la lettura, fattore chiave per lo sviluppo della persona nella comunità del futuro”.

La grande crisi dei lettori

C’era bisogno di una legge di promozione della lettura? Crediamo di sì. Non è un cliché, infatti, che in Italia gli scrittori siano più dei lettori. Si pubblicano molti libri, ma poi questi fanno fatica a trovare chi abbia voglia di leggerli.

Ogni anno, l’Istat ci restituisce un ritratto impietoso delle nostre precarie abitudini culturali e quel che più è drammatico è che anche chi dovrebbe fare della lettura il cardine della propria crescita emotiva ed intellettuale – ragazzini e ragazzine in età scolare – legge poco, soprattutto se non recepisce in famiglia modelli virtuosi. Dei bambini o adolescenti figli di genitori non lettori si stima che solo il 34% prenda di tanto in tanto un libro in mano.

In Italia, così come nelle Marche si legge troppo poco: leggono il 60% della popolazione (15 – 75 anni). Meno della Spagna con il 62,2% o della Germania 68%. Nella classifica stilata dall’AIE per l’anno 2018, siamo davanti solo al Brasile, alla Slovenia, a Cipro e alla Grecia. Inoltre, in questi mesi di emergenza sanitaria, nonostante siano aumentate le possibilità di dedicarsi alla lettura, si registra un calo del mercato del libro di oltre il 50% (fonte: AIE).

Eppure, la lettura quale strumento di formazione del pensiero critico e dell’autonomia di giudizio dovrebbe essere priorità non soltanto di genitori e insegnanti, ma anche dell’intera comunità.

Legge promozione della lettura nelle Marche: cosa prevede

Sottoscritta anche dal Presidente del Consiglio Antonio Mastrovincenzo e dal Presidente di I Commissione, Francesco Giacinti, la legge ha come finalità quella di promuovere la diffusione del libro e della lettura quale strumento fondamentale della crescita culturale e sociale dell’intera comunità marchigiana.

La premessa della legge è che ciò che definiamo “cultura”, di cui la lettura è prima espressione e fonte, sia profondamente compenetrata alle radici del sentire marchigiano e delle sue modalità di articolazione e rappresentazione civile.

Tra le misure previste, la legge annovera l’incentivazione della lettura fra minori, giovani e gli individui socialmente svantaggiati nonché azioni concrete volte a promuovere la bibliodiversità e tutte le manifestazioni che abbiano come obiettivo quello della valorizzazione del libro, come festival e premi dedicati a scrittori e letterati. È, inoltre, istituito un premio regionale per la migliore attività di promozione della lettura.

La legge sottolinea anche la necessità di rendere ancor più accessibile la lettura alle persone affette da disabilità fisiche o cognitive. Al fine di aumentare il numero di lettori, la Regione Marche stipula patti locali per la lettura coinvolgendo gli enti locali, le biblioteche e le scuole e altre organizzazioni pubbliche o private interessate alla promozione della lettura.

Mira, inoltre, a promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie ma anche spazi moderni attrattivi e accoglienti nonché di socializzazione. Pensiamo alla San Giovanni a Pesaro, la Fornace a Moie di Maiolati Spontini o la Memo a Fano.
I servizi del sistema bibliotecario vengono, quindi, potenziati con l’obiettivo di ampliare la produzione, la diffusione e la fruizione di contenuti letterari o divulgativi coinvolgere, pur nel rispetto delle norme che tutelano il diritto d’autore, anche il mezzo digitale.

Essenziale al successo del progetto anche il contributo di case editrici e librerie indipendenti che la Regione s’impegna, attraverso la nuova normativa, a proteggere e a valorizzare.

La Regione, in particolare, incentiva la pubblica lettura e riconosce la specificità culturale del libro quale opera dell’ingegno e strumento fondamentale per la circolazione delle idee, sostenendo la molteplicità di competenze e professionalità che, dall’ideazione alla fruizione, concorrono ad assicurare la diffusione del libro stesso e della lettura. Una regione, inoltre, che vanta numerosi eventi legati al libro: Passaggi Festival e Letteraria a Fano, Urbino e le Città del Libro, Macerata racconta, per citarne soltanto alcuni.

Legge di promozione della lettura, Minardi: “Chi legge è meno esposto alle fake news”

“La lettura – dichiara Minardi – ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico e dell’autonomia di giudizio nonché per la diffusione della cultura e della promozione del progresso civile, sociale ed economico. Chi legge, si informa e conosce, sviluppa un proprio pensiero sulla realtà e su quanto accade e, di conseguenza è meno esposto, soprattutto online, al rischio di diventare vittima di fake news”.

“Con una politica adeguata sulla cultura del libro – prosegue Minardi – si formano cittadini consapevoli, partecipi e responsabili e si mira a contrastare qualsiasi forma di esclusione culturale e sociale. Per questo, la legge promuove azioni che incrementano il numero dei lettori, incentivano la lettura su qualsiasi supporto e nei diversi contesti della vita quotidiana”.

Conclude il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche: “La legge presta molta attenzione alle nuove forme di comunicazione: come il sostegno alla produzione e diffusione di contenuti editoriali digitali, all’imprenditoria editoriale marchigiana e alle librerie indipendenti nonché alle imprese che contribuiscono alla diffusione del libro quale patrimonio culturale collettivo. Grande spazio è riservato agli eventi, manifestazioni, festival e premi che diffondono la cultura del libro e promuovono la lettura e viene istituito un premio per la migliore attività di promozione della lettura”.

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Il Grande Gatsby compie 95 anni https://2020.passaggifestival.it/il-grande-gatsby-compie-95-anni/ Fri, 10 Apr 2020 08:54:58 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69270 È il romanzo che meglio di tutti rappresenta l'Età del Jazz. In Italia edito da Mondadori uscirà nel 1936, poi nel 1950 lo tradurrà Fernanda Pivano.

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Dicaprio grande gatsby

Dieci aprile 1925, New York. Nelle vetrine delle librerie c’è una copertina blu notte, e dalla notte spuntano occhi e labbra di donna, e sotto la notte, nella notte, ci sono le luci della città. Il titolo è The Great Gatsby e l’autore, Francis Scott Fitzgerald, è al suo terzo romanzo.

Il Grande Gatsby e l’età del Jazz

Sarà considerato il suo capolavoro, il libro che più di ogni altro ha raccontato luci, nostalgie, eccessi dell’ “età del jazz”, quell’età che dà anche il titolo alla raccolta di racconti (Tales of jazz age) pubblicata da Fitzegerald tre anni prima.

Per usare una formula entrata nel linguaggio comune, siamo nei “ruggenti anni Venti”. La macelleria della Grande Guerra è alle spalle da un pugno di anni e la si vuole dimenticare a ogni costo. Si vuole vivere, vivere fino in fondo, anzi oltre il fondo, oltre il vetro della bottiglia che il Proibizionismo pretende di mettere al bando, dentro le note dei jazzisti neri che fanno impazzire un pubblico di bianchi, fra le lenzuola delle ragazze che si stanno liberando dalla famiglia patriarcale, rivoluzionata da anni di assenza degli uomini impegnati o caduti in guerra.

Sono anni intensi, dove velocità, frenesia, piacere, desiderio si accumulano e si mescolano in una prodigiosa pozione magica. Ma è un inganno: quella pozione magica ha un potere limitato dal tempo. Fizgerald sa che gli anni della giovinezza sono come l’età del jazz: tutto finisce e sempre si resta soli. E allora tanto vale gettarsi nelle feste sfarzose di Jay Gatsby nella sua magnifica e lucente villa di Long Island, in quella calda estate del millenovecentoventidue. Tanto vale affogare nei fiume di champagne, correre a bordo delle automobili di lusso, cercare il piacere e la bellezza a ogni costo.

Il Grande Gatsby, storie di amore e solitudine

A chi vuole sapere qualcosa della trama, potremmo dire che Il Grande Gatsby è la storia di una storia d’amore tragica – come debbono essere tutte le storie d’amore – quella fra Gatsby e Daisy; ed è anche la storia di un’amicizia che all’inizio non si riconosce come tale, quella fra Nick Carraway, la voce narrante, e Jay Gatsby.

Ma Il Grande Gatsby è prima di tutto l’esaltazione malinconica e disperata di quegli anni, di quell’epoca che si beve ogni secondo di vita e che rappresenta l’immortalità breve, fra una macelleria e l’altra, fra una morte e l’altra: dalla prima alla seconda guerra mondiale, e in mezzo una manciata d’anni per essere tremendamente infelici e felici, mortali e immortali. Ecco, sì, potremmo dire (rubando l’espressione a un altro romanzo di Marguerite Duras) che Gatsby comprende “che la vita è immortale mentre è vissuta, mentre è in vita”. Al di là, nulla.

Sono pagine che bruciano, quelle del Grande Gatsby, perché non c’è speranza. Neanche il denaro, elemento importante in tutto il romanzo, riesce ad essere salvifico. Ci sono, alla fine dei conti, due sole grandi lezioni: quella della solitudine di Gatsby e la consapevolezza amara che non esiste un tempo del ritorno, che tutto ci è dato una sola volta, e quel tempo che Gatsby desidera fortissimo, il tempo di amare Daisy come la prima volta, il tempo del passato e del ricordo, non esisterà mai più.

Il Grande Gatsby e le traduzioni italiane

Fitzgerald morirà nel 1940, a 44 anni. Nel frattempo scrisse un altro grande capolavoro come Tenera è la notte, anch’esso pieno di malinconia e di vita, indissolubili, un po’ come l’alcol e la felicità e l’angoscia, perché “a volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere”.

In Italia, The Great Gatsby arriverà in Italia nel 1936, con il titolo di Gatsby il magnifico, tradotto da Cesare Giardini, straordinaria figura di intellettuale, e pubblicato da Mondadori. Nel 1950 sarà Fernanda Pivano a tradurlo, edito ancora da Mondadori col titolo Il grande Gatsby.


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Per la mia generazione il libro è stato la vita. Testo di Corrado Stajano https://2020.passaggifestival.it/per-la-mia-generazione-il-libro-e-stato-la-vita-testo-di-corrado-stajano/ Sat, 14 Mar 2020 14:11:53 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=68101 La lettura dovrebbe essere il motore del mondo. Il libro è un oggetto che non si consuma, è la vita, la Storia.

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Corrado Stajano

La lettura dovrebbe essere il motore del mondo. Il libro è un oggetto che non si consuma, è la vita, la Storia.
Io avrei lasciato aperte le librerie, in questi giorni di clausura, un’amara occasione per leggere in un paese che legge poco. È questa, mi sembra,
una ragione del decadimento collettivo, la spiegazione del perché la nostra classe dirigente non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori.

Per la mia generazione il libro è stato la vita. Avevamo pochi divertimenti, pochi soldi noi ragazzetti della guerra. Ho letto “Guerra e pace”,
il grande amore, a 14 anni, poi nei decenni l’ho riletto quattro volte, almeno. Ho avuto sempre un libro in mano. Senza mi son sempre sentito un orfano.

A guardar la mia libreria intravedo le diverse stagioni della vita. I libri comprati a fatica, i libri molto letti, qualcuno con i sedicesimi staccati, i libri amati
e i libri dell’obbligo, degli studi, del lavoro. Distinguo anche le predilezioni, gli interessi mutevoli, la poesia, la narrativa, la storia, la politica, il diritto, la società.

Vi propongo un gioco. Vi scrivo i nomi dei personaggi dei libri più amati, voi annotate i titoli di quei libri. Meursault, Josef K, Alioscia, l’Adalgisa, Stephen Dedalus, il principe Andrej, Albertine, Abelone e Zeno, Fabrizio del Dongo, Meaulnes e padre Cristoforo, Olga, Irina e Mascia, Achab e l’ignoto marinaio.

Con tanti auguri affettuosi, Corrado Stajano

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Come riempire l’attesa? Con i libri Add (scontati…) https://2020.passaggifestival.it/libri-add-editore/ Sat, 14 Mar 2020 11:10:19 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=67725 L'Arte dell'attesa di Andrea Köhler, Ascoltatori di Susanna Tartaro, Capolavori di Mauro Berruto, Le case dei miei scrittori di Évelyne Bloch-Dano, Il libro dell'acqua e di altri specchi di Nadeem Aslam in sconto fino al 24 marzo.

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Libri Add Editore Sconti

L’attesa è la pagina vuota da riempire. Che nel migliore dei casi ci ricompensa con la libertà” la citazione è della scrittrice Andrea Köhler e ben introduce le novità pensate dalla casa editrice Add per affrontare questi giorni di isolamento.
Siamo più che mai convinti – scrivono nella newsletter quelli della casa editrice – che continuare a farvi arrivare i nostri libri sia il modo migliore per starvi accanto“.
Ecco, allora, che fino al 24 marzo sono state studiate alcune promozioni. Si parte proprio con L’Arte dell’attesa di Andrea Köhler, dove l’autrice attraversa il tempo con la grazia della scrittura e della letteratura, facendoci capire che il tempo di chi aspetta è da coltivare con cura.

Il secondo libro in sconto è di una delle voci più note di Rai Radio 3 Susanna Tartaro. La Add ha pubblicato Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio.
«Ascoltatori… Cos’è un ascoltatore? E così sono uscita dalla radio per farmelo spiegare direttamente da loro»: partendo dalle telefonate ricevute in studio, incuriosita da richieste, messaggi, voci squillanti, Susanna Tartaro è “uscita dalla radio” per incontrare dieci di loro. Che mondi avevano da raccontare? Le loro storie si intrecciano a quelle di chi fa la radio, l’emozione per le vite di sconosciuti si accosta a quella di avere in studio un premio Nobel, tra retroscena della diretta e amore per un lavoro che diverte e fa divertire.

Terza proposta Add in sconto è Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove, firmato da uno degli ospiti della prima edizione (2013) di Passaggi Festival, Mauro Berruto. Berruto è uno dei grandi nomi dello sport italiano e per lui – una vita dedicata ad allenare – non c’è differenza tra un capolavoro di Michelangelo e uno di Maradona. In queste pagine Mohammad Alì e Kostantinos Kavafis recitano insieme poesie, Diego Armando Maradona palleggia con Michelangelo, Jury Chechi sfida William Turner: calciatori, artisti e poeti fanno parte della stessa squadra ossia di uno spazio in cui ogni individuo può esprimere il proprio talento e compiere il proprio personale capolavoro.

Arriviamo alla quarta lettura. Qui ci troviamo davanti a quella che è forse l’autrice di biografie più famosa di Francia, Évelyne Bloch-Dano, membro della giuria del Prix Fémina e del Prix François Mauriac. La Bloch-Dano ci propone Le case dei miei scrittori, libro in cui l’intero universo simbolico dello scrittore prende corpo attraverso la visita, quasi l’ispezione verrebbe da dire, delle loro case.

Ultima proposta scontata è Il libro dell’acqua e di altri specchi del pachistano Nadeem Aslam, romanzo che è un ritratto rivelatore dello spirito umano, una storia di corruzione e resistenza, di amore e terrore, e delle maschere che a volte è necessario indossare per salvarsi. Nadeem Aslam oggi vive in Inghilterra ed ha vinto numerosi premi, tra cui l’Encore Award, e il Windham-Campbell Prize.


Titolo: L’Arte dell’attesa
Autore: Andrea Köhler (traduzione di Daniela Idra)
Editore: Add
ISBN: 9788867831623
Pagine: 126 pagine
Prezzo: 11 euro anziché 14 inserendo il codice sconto ioleggoacasa
Prezzo ebook: 6.99 €
Data di uscita: Ottobre 2017

Titolo: Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio
Autore: Susanna Tartaro
Editore: Add
ISBN: 9788867832446
Pagine 160 pagine
Prezzo: 11 euro anziché 15 inserendo il codice sconto ascoltatori
Prezzo ebook: 6.99 €
Data di uscita: Settembre 2019

Titolo: Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove
Autore: Mauro Berruto
Editore: Add
ISBN: 9788867832347
Pagine: 208
Prezzo libro: 12 euro anziché 16 euro inserendo il codice sconto capolavori
Prezzo ebook: 6.99 €
Data di uscita: Maggio 2019

Titolo: Le case dei miei scrittori
Autore: Évelyne Bloch-Dano (traduzione di Sara Prencipe e Michela Volante)
Disegno di copertina di Matteo Pericoli
Editore: Add
Pagine: 276
ISBN: 9788867832507
Prezzo libro: 15 euro anziché 18 inserendo il codice sconto casescrittori
Prezzo ebook: 7.99 €
Data di uscita: Novembre 2019

Titolo: Il libro dell’acqua e di altri specchi
Autore: Nadeem Aslam (traduzione di Norman Gobetti)
Editore: Add
ISBN: 9788867832316
Pagine: 408
Prezzo libro: 15 euro anziché 18 inserendo il codice sconto acquaspecchi
Prezzo ebook: 7.99 €
Data di uscita: Maggio 2019

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Anilda Ibrahimi, la scrittrice italofona https://2020.passaggifestival.it/anilda-ibrahima-intervista/ Mon, 02 Mar 2020 08:53:17 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=67143 L'intervista alla scrittrice italofona Anilda Ibrahimi durante il primo convegno degli scrittori albanesi della Diaspora svoltosi a Tirana lo scorso 22 febbraio.

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Anilda Ibrahimi

A Tirana, al primo convegno degli scrittori albanesi della Diaspora, abbiamo incontrato anche Anilda Ibrahimi.

Una scrittrice nata in Albania, vive in Italia da anni e per questo ha scelto di scrivere sempre in lingua italiana.

“Ho un rapporto molto particolare con la lingua, è passionale, mi deve possedere e mi deve appartenere per questo non avrei mai potuto scrivere in albanese, una lingua assente in me da quasi 25 anni”.

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Scrittori albanesi della diaspora. Mimoza Hysa: “Lavoriamo su due fronti, in Albania e nel mondo” https://2020.passaggifestival.it/mimoza-hysa-intervista-2/ Sun, 01 Mar 2020 14:20:33 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=67135 Intervista a Mimoza Hysa, in occasione del primo convegno degli scrittori albanesi a Tirana a cui ha partecipato anche una delegazione di Passaggi Festival.

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Mimoza Hysa

Tirana ospita il primo convegno degli scrittori albanesi della diaspora. Ecco l’intervista a Mimoza Hysa, direttrice del Centro Editoriale per la Diaspora, promotore e organizzatore dell’evento.

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