Poesia | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Fri, 29 May 2020 08:54:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 https://2020.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Poesia | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ 32 32 La parvenza del vero di Franco Facchini https://2020.passaggifestival.it/parvenza-del-vero-franco-facchini/ Fri, 29 May 2020 08:54:08 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=71062 Poeta solitario ed eccentrico, si caratterizza per uno stile unico che, abbinato alla profondità delle sue riflessioni, sfocia in una poetica singolare ed accattivante.

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Franco Facchini è uno di quei poeti schivi e riservati che non amano le apparizioni in pubblico. Bolognese di nascita, ha vissuto a Trieste, Zurigo e risiede attualmente a Bellinzona.

La parvenza del vero, edito da Marcos y Marcos, è l’ultima di una lunga lista di raccolte di poesie pubblicate dall’autore ed uscirà nelle librerie a partire dal 4 giugno.

L’autore si differenzia per uno stile singolare, che è difficile da ricondurre a qualche filone letterario esistente. L’opera è stata definita dalla casa editrice il suo “primo libro di ampio respiro” che si compone di una serie di testi inediti, alcuni dei quali risalgono a diversi anni fa.

I temi delle sue poesie sono spesso frutto di una profonda introspezione, oltre che di una voracità letteraria che svaria dalla narrativa fino alla filosofia. Due fattori che spingono Facchini, e i suoi lettori, a delle riflessioni esistenziali molto profonde.


Titolo: La parvenza del vero
Autore: Franco Facchini
Editore: Marcos y Marcos
Pagine: 248
Prezzo di copertina: 20,00 euro
Pubblicazione: 4 giugno 2020

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Attenzione. Testo poetico inedito di Katia Migliori https://2020.passaggifestival.it/testo-poetico-katia-migliori/ Sun, 17 May 2020 09:05:45 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70773 Da una delle intellettuali italiane più raffinate e 'nascoste', il dono di una lirica che si apre con una citazione di Simone Weil: L'Attenzione è la forma più rara e più pura della generosità.

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Katia Migliori

 

“Attenzione”

…… Il bordo e il limite
…… Per una voce plurale

L’Attenzione
è la forma più rara
e più pura
della generosità
(Simone Weil)

E sempre fingendo che ritorni
Lei,
voce a lungo troppo confinata,
protetta dall’ingenuo suono,
primitiva nel bene,
piaga vorace dell’ordine
nel male…
Inquieta nel suo silenzio
al bordo,
muta nello sguardo,
preghiera al suo presso.
La parola spira se manca
nel suo gesto
il verso dell’andare
e del tornare… indietro,
leggermente,
quel passo a ritroso,
di un ritrarsi raro e puro.
Stilla che si logora nel muto
ascolto – e, resiste
all’avido dicitore di parole.
Voce del limite,
soglia attesa:
rispondere di…
Silenzio e offerta al tempo
franco dell’attesa –
– allora il riguardo disvela il volto
in ombra della vita e
nel soggiorno, in essa, per umiltà
si fa custode…
Fuggitiva Attenzione
non riposarti… mai,
neppure
una sola volta…
Che tutto ciò che avverti,
………
sia qui per noi
respiro
………ancora!


Katia Migliori  ha insegnato Storia della Critica e Retorica all’Università degli Studi di Urbino. Intellettuale raffinata e originale, scrittrice, saggista, ha prodotto studi su Pier Paolo Pasolini e l’esperienza di “Officina”, su Mario Luzi e sulla letteratura francese, da Edmond Jabes a Maurice Blanchot. Nel 1982 ha dato vita alla rivista letteraria “Lengua” con Gianni D’Elia. Fondatrice del Centro Studi Mario Luzi per la poesia e le arti contemporanee di Montemaggiore al Metauro (PU), ha collaborato più volte con Passaggi Festival.

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Antologia dei poeti maledetti di Vittorio Pagano https://2020.passaggifestival.it/antologia-poeti-maledetti-vittorio-pagano/ Thu, 30 Apr 2020 08:56:49 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69710 Lo scrittore e traduttore analizza e traduce le opere di Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, Maurice Rollinat e Gérard de Nerval

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Antologia dei poeti maledetti. Visioni metriche. è una raccolta di poesie del 1957 ad opera di Vittorio Pagano. La peculiarità del libro, edito dalla casa editrice Besa Muci, risiede nella fedeltà metrica con la quale l’autore ha tradotto, di suo pugno, i testi originali.

L’autore è stato tra i più importanti traduttori della letteratura francese in Italia e, tra i vari lavori, spiccano anche le pubblicazioni di altri lavori Il poeta contumace (1958), Francese antico (1958), Il miracolo di Teofilo (1962) e l’Assassinio nella cattedrale di Canterbury. (1965)

Tra gli scrittori presi in esame in questo libro, come si evince dal titolo, ci sono alcuni poeti francesi che rientrano per definizione letteraria nella lista dei “maledetti” o “maudits”: Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, Maurice Rollinat e Gérard de Nerval.

Tutti questi autori sono accomunati da delle caratteristiche che possiamo ritrovare nelle loro opere. Pagano ricerca queste sfaccettature e cerca di farle sue per poterle rendere tali anche nella nostra lingua.


Titolo: Antologia dei poeti maledetti
versioni metriche
Autore: Vittorio Pagano
Editore: Besa Muci Editore
ISBN:  ISBN 9788862803052
Pagine: 312
Prezzo di copertina: 24,00 euro
Pubblicazione: 1 gennaio 2020


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Flavia Novelli consiglia “Coordinate per la crudeltà” di Fabrizio Lombardo https://2020.passaggifestival.it/coordinate-per-la-crudelta-fabrizio-lombardo-kurumuny/ Tue, 28 Apr 2020 13:38:40 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=70202 Una raccolta di poesia edita da Kurumuny ad opera del curatore della rassegna di poesie di Passaggi Festival "Passaggi diVersi"

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Tra i vari contenitori di Passaggi Festival c’è anche la rassegna  dedicata alle poesie Passaggi diVersi, curata da Fabrizio Lombardo.

In questo video andiamo a scoprire alcuni dei suoi testi, letti dalla poetessa Flavia Novelli che ci parla della raccolta Coordinate per la Crudeltà, edita da Kurumuny Edizioni.

 


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Vietato il contatto fisico? Abbracciamoci nei libri https://2020.passaggifestival.it/abbraccio-letteratura/ Sun, 05 Apr 2020 07:40:25 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=69137 Nell’attesa di poter finalmente tornare ad abbracciarci, avvertendo tutto il peso della mancanza di contatto fisico, consoliamoci rivivendo gli abbracci che hanno fatto la storia della letteratura. Dall’antica Grecia ai giorni nostri sono innumerevoli gli episodi che descrivono gesti d’affetto entrati a far parte del nostro immaginario. “Un abbraccio vale più di mille parole”, recita […]

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abbraccio letteratura libri

Nell’attesa di poter finalmente tornare ad abbracciarci, avvertendo tutto il peso della mancanza di contatto fisico, consoliamoci rivivendo gli abbracci che hanno fatto la storia della letteratura. Dall’antica Grecia ai giorni nostri sono innumerevoli gli episodi che descrivono gesti d’affetto entrati a far parte del nostro immaginario.
“Un abbraccio vale più di mille parole”, recita un famoso proverbio. Questo gesto fisico può assumere significati diversi, l’unica certezza è che difficilmente si tratta di un gesto sgradito.
La scienza medica, ad esempio, ci indica che abbracciare rilascia endorfina nel sangue e ciò ha numerosi benefici: genera benessere, riduce la pressione arteriosa, aiuta ad alleviare i mal di testa e abbassano i livelli di stress ed ansia.

Gli abbracci impossibili nei classici

La letteratura classica ci offre numerosi esempi di abbracci tanto sperati quanto irrealizzati. Nel libro XI dell’Odissea, Ulisse, l’uomo dal multiforme ingegno, riesce a parlare con le ombre nel mondo degli Inferi. All’improvviso egli vede la madre Anticlea, la fa avvicinare e le chiede notizie sulla sua morte, che egli ignorava, e sulla sua sposa.
Mentre lei parla, l’eroe vorrebbe abbracciarla, eppure per ben tre volte le sue braccia non incontrano il corpo della madre ma solo l’ombra.
Virgilio, memore dell’episodio narrato da Omero, costruisce una scena analoga nella sua Eneide. Enea incontra nei Campi Elisi il padre Anchise, defunto durante il viaggio verso l’Italia. Padre e figlio piangono appena si incontrano e vorrebbero abbracciarsi; ancora una volta però il gesto non riesce, poiché Anchise non possiede più alcuna fisicità.
Per quanto riguarda i classici della letteratura italiana, anche Dante dimostra di aver fatto sua la lezione omerica. Nella Comedìa, nel II canto del Purgatorio, egli vede un’anima che si distingue tra le altre e che avanza verso di lui. Si tratta di un suo amico musico e cantore, Casella. Per esprime l’impossibilità di un contatto fisico tra i due, il poeta fiorentino riprende la figura tipicamente omerica del mancato triplice abbraccio.

Abbracci materni

Come ci spiega David Grossman nel suo libro L’Abbraccio (Mondadori), questo gesto rivela la mamma al suo bambino. Grossman con le sue magiche parole dà vita ad un commovente apologo sulla solitudine e sull’amore.
Un abbraccio può arginare il nostro senso di solitudine e smette di farci sentire “uno”, facendoci invece diventare “due”.
Lo stesso amore materno lo ritroviamo racchiuso nell’abbraccio che si scambiano August e la mamma in Wonder dell’autrice R.J. Palacio. Si tratta di un bambino nato con una grave deformazione craniofacciale che, da sempre, ha dovuto imparare a convivere con il rifiuto e la paura dei coetanei. L’abbraccio assume qui una funzione quasi terapeutica, simbolo di un amore incondizionato e un modo per infondere sicurezza.

La sicurezza di un abbraccio

Tutti conservano nella loro memoria il ricordo di abbracci speciali, capaci di aiutarci a superare momenti critici della nostra vita. Ce lo spiega bene Abu Lhawa in Ogni mattina a Jenin (Feltrinelli): la protagonista si rifugia nel ricordo degli abbracci del padre. Non ha più trovato un luogo tanto sicuro come quando nascondeva la testa nella cavità del suo collo e delle sue spalle robuste.
In maniera analoga Aibeleen, protagonista del romanzo The help (Mondadori) di Katheryn Stockett, ritrova sicurezza negli abbracci dell’amica Minnie. Donna di colore americana al servizio di famiglie bianche nell’America degli anni 60, ella ha appena perduto il figlio vittima di un incidente sul lavoro. L’aiuto della cara amica le permetterà di assimilare un lutto inimmaginabilmente doloroso che l’accompagnerà, però, per tutto il resto della vita.

Un abbraccio per dire ti amo

Assieme al bacio, da sempre l’abbraccio è una delle manifestazioni d’amore più dirette e sincere. Abbracciarsi vuol dire amarsi, vuol dire avere cura l’uno dell’altro.
Infatti Oliver ed Elio, protagonisti di Chiamami col tuo nome di André Aciman (Guanda), esprimono il loro profondo e giovanile sentimento amoroso tuffandosi l’uno nelle braccia dell’altro.
Una delle scene d’amore più commoventi è senza dubbio, nell’Iliade, l’immagine di Achille, eroe greco per eccellenza, che abbraccia disperato il corpo senza vita dell’amato Patroclo, brutalmente ucciso in battaglia dall’eroe troiano Ettore. Si tratta, quindi, di un gesto che esprime un amore vivo e presente ma anche di un amore perpetuo, che rimarrà anche dopo la morte seppure nella misera forma di un ricordo.

Abbracciarsi per costruire un mondo migliore

Nel libro L’arte dell’abbraccio (Piemme) il filosofo e anziano maestro buddista giapponese Daisaku Ikeda dialoga con Sarah Wider, docente di letteratura americana ed ex presidentessa della Ralph Waldo Emerson Society. Daisaku Ikeda, oggi ultranovantenne e fra le figure più importanti del buddismo, spiega che costruire relazioni fra gli esseri umani è un’arte potente e creativa, e se ad essa fosse dedicato il tempo che si dedica ad altre attività, il mondo sarebbe un posto migliore.

Come ci insegna il poeta cileno Pablo Neruda, abbracciarsi vuol dire tante cose. I molteplici significati di questo gesto possono essere efficacemente riassunti nella parola “condivisione”, come scrive nella sua poesia La magia di un abbraccio:

(…) il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo.

 


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Certe volte i soli. Poesia di Vivian Lamarque https://2020.passaggifestival.it/certe-volte-i-soli-poesia-vivian-lamarque/ Fri, 20 Mar 2020 13:55:39 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=68096 CERTE VOLTE I SOLI Vivian Lamarque (inedito in fieri) Certe volte i soli per non far capire che sono soli che la gente non pensi che soli quelli lì, per esempio al mare guardando l’orizzonte io faccio ciao con la mano faccio finta di salutare qualcuno come per dire non crediate solo sulla battigia sembro […]

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CERTE VOLTE I SOLI
Vivian Lamarque

(inedito in fieri)

Certe volte i soli
per non far capire che sono soli
che la gente non pensi
che soli quelli lì, per esempio al mare
guardando l’orizzonte io faccio
ciao con la mano faccio finta
di salutare qualcuno come per dire
non crediate solo sulla battigia
sembro sola ma nel mare oh nel mare
ne ho di persone care da salutare!
in primis lui e poi tante ma tante persone
che dovrei avere le mani del mondo
per salutarle tutte, oppure
fingiamo di parlare nel cellulare
oppure citofoniamo sono io apri
e subito ci aprono, intanto
le persone care nel mare
ci salutano come ci salutano,
salutano proprio noi, anzi me
(e gli altri niente).

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