Margherita Di Placido | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ Passaggi Festival. Libri vista mare Mon, 02 Jul 2018 18:23:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.5.1 https://2020.passaggifestival.it/wp-content/uploads/2020/03/cropped-nuovo-logo-passaggi-festival_rosso-300x300-1-32x32.jpg Margherita Di Placido | Fano – Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/ 32 32 Mario Capanna: un movimento senza fine https://2020.passaggifestival.it/mario-capanna-movimento-senza-fine/ Mon, 02 Jul 2018 17:03:40 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61971 Mario Capanna, autore di "Noi tutti", presenta il suo libro a Passaggi Festival 2018, spiegando cosa è stato e cosa dovrebbe essere il movimento del '68

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Il penultimo autore per la rassegna Grandi Autori di Passaggi Festival 2018 è stato Mario Capanna (in foto al centro), politico, scrittore, attivista e uno dei principali leader del movimento del Sessantotto.
Con lui sul palco hanno conversato Antonio Di Bella, giornalista e direttore di Rai News, e Andreina De Tomassi, una delle “Ragazze del ‘68” e anche lei giornalista.
Il libro presentato da Mario Capanna, “Noi tutti”, è un libro che va controtendenza e si configura come una sorta di lettera destinata all’umanità intera.
È un invito a praticare il principio del “vali in quanto sei”, contraddicendo la società moderna che cerca, al contrario, di lobotomizzare, ossia di indurre gli uomini ad un pensiero unico e standardizzato.

 

La vittoria del movimento del Sessantotto

Oggi, secondo Capanna, la predica mediatica induce i cittadini a non pensare e consumare più del necessario, vivendo solo per se stessi.
Il movimento del Sessantotto è nato proprio per far fronte a questo concetto che nasceva in quegli anni. Da quello che era “io” o “tu”, è nato il “noi”, che ha concretizzato i pensieri, che stavano emergendo, in azioni. Quello che era, ed è, la promessa della globalizzazione, cioè quella di dare a tutti le stesse cose, è stata smentita dagli stessi sessantottini. A causa della globalizzazione è nata, di fatto, la “società dell’1%”, in cui l’1% della popolazione possiede più di tutto il restante 99%. A proposito di questo, citando Mario Capanna, “la vera utopia è pensare che il mondo possa andare avanti così”, imponendo un unico pensiero di riferimento. Così Mario Capanna sa di aver vinto, cinquanta anni fa, anche se non politicamente. Il movimento ha vinto culturalmente in quanto dal Sessantotto in poi nessun pensiero è più rimasto lo stesso.

Nonostante tutto, si può cambiare

L’autore ha poi elencato alcune tra le gravi conseguenze che la repressione sui rivoluzionari ha apportato al mondo. Primo fra tutti i motivi, la società dell’1%, già citata sopra, poi “la Terza guerra mondiale a pezzi”, come la chiama papa Francesco. Anche il riscaldamento globale è un’importante conseguenza. Per questo Mario Capanna incita al cambiamento, ad una rivoluzione ancora più grande di quella del Sessantotto. Una rivoluzione pacifica, ma che cambi le cose con i fatti concreti. Ciò di cui egli è testimone è proprio la possibilità di fare un cambiamento con le azioni e non solo con le parole. In un mondo ridotto a finzione e miseria, Capanna incita ad avere spirito critico. Prende come esempio il mondo del lavoro, invitando a “lavorare in di più per lavorare di meno, con un salario equo”, cercando di creare però una società meritocratica.

Un movimento che non può finire

Durante la presentazione, Mario Capanna ha, inoltre, voluto spiegare il motivo della fine del movimento dei sessantottini.
I poteri hanno reagito con una durezza micidiale e la ribellione che era iniziata in modo pacifico è presto diventata “sistematica, violenta e sanguinaria”. Fa riferimento alla strage a Città del Messico, prima delle Olimpiadi, ai bombardamenti in Vietnam e ai carri armati di Praga.
Tutti eventi di cui l’umanità non dovrebbe dimenticarsi. Da questo, alcuni dei rivoluzionari hanno dovuto rispondere alla violenza, ed è qui che il movimento ha sbagliato, a detta dello stesso Capanna, ed è da qui che ha iniziato a concludersi. Ma il Sessantotto non deve finire. Le persone intelligenti devono imparare dagli errori e smettere di commetterli. Bisogna avere un buon rapporto prima di tutto con se stessi, ma immediatamente dopo con gli altri.

Mario Capanna incita alla pace

È importante, così, cercare di spargere la pace attorno a noi, anziché la guerra, e vivere nella coesione.
“Noi tutti” si preoccupa dunque di trasmettere questo messaggio di pace, di incitare alla rivoluzione pacifica, di indurre alla salvaguardia di ogni singola vita umana perché, come ha affermato Mario Capanna, “ogni essere umano che viene meno fa venir meno tutti gli altri”.

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Un viaggio nel mondo degli animali https://2020.passaggifestival.it/viaggio-mondo-animali-passaggi-festival/ Mon, 02 Jul 2018 16:54:44 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61942 A Passaggi Festival 2018, i lavoratori "Sassi d'autore, a partire da semplici sassi" e "La fauna femminile" trasformano la creatività in animali

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Sassi d'autore Passaggi Festival 2018Nella giornata di Sabato 30 Giugno, a Passaggi Festival 2018, animali e bambini hanno condiviso gli stessi laboratori.
La spiaggia in Sassonia di Bagni Carlo ha, infatti, ospitato “Sassi d’autore, a partire da semplici sassi” (in foto), mentre alla Mediateca Montanari MEMO di Fano si è tenuto “La fauna femminile”. Entrambi i laboratori per bambini hanno avuto come tema la fauna e la sua rappresentazione, anche se tali rappresentazioni sono state realizzate con metodi molto diversi.

 

 

Da semplici sassi a capolavori

Il laboratorio della mattina, “Sassi d’autore, a partire da semplici sassi”, è stato svolto da Stefano Furlani, fanese dell’anno per l’edizione del 2017 e artista. Un’artista che, partendo un po’ per gioco, ha coltivato un modo di fare arte tutto suo. Le sue opere sono realizzate con i sassi e sta proprio qui la grande inventiva. Ogni semplice sasso può, infatti, diventare arte se guardato con il giusto sguardo.
Questo è quello che Stefano Furlani ha voluto trasmettere. Per fare questo si è servito di immagini di animali da fare ricreare ai numerosissimi bambini del laboratorio. Un’affluenza grandissima quella a “sassi d’autore”, tanto da aver attirato sempre più bambini che passavano per caso di lì.
Sui tavoli di Bagni Carlo hanno preso vita granchi, pesci, gatti e altri animali più comuni. Così la creatività e l’inventiva dei bambini sono state espresse con una modalità inusuale.

La fauna di tutto il mondo

Allo stesso modo, anche il laboratorio “La fauna femminile” ha saputo esprimere la creatività dei bambini. Le modalità sono state, però, molto differenti.
Il laboratorio è stato tenuto da Francesco Petretti. Quest’ultimo è biologo, ornitologo e professore universitario di Biologia a Perugia, oltre che membro del Comitato scientifico del WWF. Un’altra occupazione importante di Petretti è la partecipazione a Rai Geo&Geo, di cui ha curato la realizzazione di alcuni documentari. Francesco Petretti ha trasformato il suo laboratorio in un vero e proprio viaggio intorno al mondo alla scoperta di animali comuni e non. Ha raccontato le storie e gli aneddoti più inusuali su particolari specie, molte delle quali sono oggi in via d’estinzione. Anche in questo caso si tratta di un laboratorio di disegno, con la differenza che in questo sono stati usati i colori. La particolarità di questo laboratorio è stata che i bambini hanno avuto la possibilità di usare o ampliare le loro conoscenze e competenze. Francesco Petretti ha posto dei quesiti ai bambini sulla geografia o sulla fauna in un determinato luogo. Ed è stato sorprendente come molti bambini conoscessero anche le curiosità più particolari.

Entrambi i laboratori hanno, dunque, portato a Passaggi Festival 2018 gli animali, con modalità, però, molto diverse.

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Francesco Cattani: dove realtà e finzione si intrecciano https://2020.passaggifestival.it/francesco-cattani-dove-realta-finzione-intrecciano/ Mon, 02 Jul 2018 15:21:00 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61960 Con Francesco Cattani (in foto a destra) si chiude la rassegna Passaggi fra le nuvole, dedicata al fumetto, di Passaggi Festival 2018. Francesco Cattani, fumettista di Bologna, ha presentato, accompagnato da Alessio Trabacchini, il suo romanzo grafico “Luna del mattino”. In “Luna del mattino” viene raccontata una fuga. Questa fuga dura una giornata, ma, seppur in […]

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Francesco Cattani Passaggi Festival 2018Con Francesco Cattani (in foto a destra) si chiude la rassegna Passaggi fra le nuvole, dedicata al fumetto, di Passaggi Festival 2018.
Francesco Cattani
, fumettista di Bologna, ha presentato, accompagnato da Alessio Trabacchini, il suo romanzo grafico “Luna del mattino”.
In “Luna del mattino” viene raccontata una fuga. Questa fuga dura una giornata, ma, seppur in un arco di tempo piuttosto breve, i personaggi subiscono una vera e propria formazione.

 

 

 

Un fumetto in corsa

È un libro che corre e anche il lettore deve necessariamente correre con esso. I disegni sono veloci, funzionati alla storia, violenti, per così dire, ma pieni di particolari.
Un fumetto per cui l’autore ha lavorato moltissimo tempo, rimanendo in silenzio per sette anni, dopo l’uscita del suo libro “Barcazza”, il quale è, invece, molto più statico. Lo scopo di Francesco Cattani è stato quello di fare in modo che il disegno diventasse un veicolo per la storia, sul quale ha voluto soffermarsi molto di più. Si tratta di una storia realistica, in cui i dialoghi tra i personaggi e i loro comportamenti sono veri, umani. Non è, dunque, il fumetto che tutti si aspettano, cioè con eroi, mostri e storie avventurose al limite del fantastico. Le parti mostruose e immaginarie ci sono, ma, anche queste, sono conseguenza del realismo della storia. Ci si riferisce a sogni e allucinazioni, derivate dagli stessi personaggi.
Per Francesco Cattani era fondamentale che la storia avesse autonomia e fosse veloce. Ed era fondamentale anche che il linguaggio rimanesse sempre lo stesso, per permettere ai lettori di capire e di immedesimarsi più facilmente nel racconto. Il libro inizia in modo corale. Tutti i personaggi hanno la stessa importanza nella storia. Per caso, però, un personaggio prende sempre più la scena fino a diventare il vero e proprio protagonista. Cattani ci ha tenuto a specificare che questo non era voluto, che questo protagonista ha preso parola da solo rendendo il racconto di formazione sempre più concreto.

L’importanza dei comportamenti

I personaggi hanno una caratterizzazione psicologica che viene, però, fuori solo dai loro comportamenti, inseriti nella realtà che li circonda.
Uno dei messaggi più positivi mandati da “Luna del mattino” è il fatto che la salvezza sta nel costruire relazioni positive. È qui che sta la parte corale presente, in verità, in tutto il libro. È anche un fumetto pieno di valori etici, quali la coesione e l’unione dei personaggi, anche nelle più terribili difficoltà. Qui compare, così, la dolcezza dei personaggi, nata dall’amore provato da Cattani per loro. Compaiono anche tutti i significati allegorici, che sono in realtà opera del lettore stesso in quanto, a partire dai comportamenti dei personaggi, vede ciò che ha necessità di vedere.
Per questo motivo il fumetto è un’intersezione perfetta tra il romanzo e il cinema.

Francesco Cattani apre le menti

Si avverte nel libro una compresenza autobiografica inserita nell’aspetto immaginario dell’autore. Questa autobiografia è, però, continuamente celata e trasformata in una storia che vive in una realtà diversa, seppur simile a quella di oggi. Francesco Cattani ha voluto che il suo libro creasse uno stimolo, che aprisse la mente piuttosto che creare una struttura circolare che avesse un inizio e una fine.

“Luna del mattino” è un libro di conflitti di ogni tipo, che si inserisce in quella che è l’attualità, pur rimanendo una storia inventata.

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Piero Angela: la storia prende vita a Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/piero-angela-storia-prende-vita-passaggi-festival/ Sun, 01 Jul 2018 15:10:36 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61882 Piero Angela presenta il suo libro e non solo, soffermandosi su grandi temi che hanno evidenziato la grandezza d'animo di quest'uomo

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Illustre ospite a Passaggi Festival per la giornata di sabato 30 giugno è stato Piero Angela.
Assieme a Marino Sinibaldi e Silio Bozzi durante l’incontro è stato presentato il suo ultimo libro “Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute”, a cura di Edizione Oscar Mondadori.
Piero Angela ha esordito con un elogio all’ottimismo e sostenendo che il suo sia innato.
In un mondo già pieno e strapieno di conflitti e di atteggiamenti distruttivi, l’ottimismo rende la vita migliore, così come la costante ricerca di punti d’incontro con le persone che ci circondano e con cui dobbiamo avere a che fare.

 

La tecnologia oggi

Ci si è poi soffermati sul ruolo e l`importanza della tecnologia nel mondo odierno. I progressi rispetto agli anni passati sono stati enormi, tanto che si parla oggi di “scuola di massa” e non più di “analfabetizzazione di massa”. La tecnologia però spaventa, si teme che le nuove macchine e le intelligenze artificiali arrivino un giorno a sostituirci, rubando il lavoro così difficile da trovare. È per questo che Piero Angela sostiene che sia necessario introdurre una “filosofia della tecnologia”, che garantisca, cioè, una serie di regole così che la tecnologia possa essere capita e non più temuta. Le innovazioni tecnologiche sono state il grande cambiamento di questo secolo e senza di esse molte altre cose oggi scontate non sarebbero potute accadere.
È per questo che è quasi sciocco averne paura, secondo Piero Angela non c’è pericolo che un paese sviluppato rimanga succube delle macchine che lui per primo ha creato. La tecnologia poi crea nuove ricchezze ed è proprio grazie a queste che oggi esistono tantissimi lavori che non sono di per sé necessari alla sopravvivenza, ma che nascono per rendere la nostra vita migliore, in conseguenza proprio della ricchezza che ci circonda.
La ricchezza si configura quindi come una capacità organizzativa che va però unita ad una certa dose di intelligenza, perché è vero che molte macchine ci semplificano la vita ma non bisogna abusarne. La tecnologia va gestita con intelligenza e parsimonia.

La politica e le ricchezze

Un altro aspetto importante su cui i tre ospiti si sono soffermati nel corso dell’incontro è stata la politica.
La politica, è stato detto, deve distribuire le ricchezze esistenti, non crearle. Queste ricchezze si originano dal mondo del lavoro e quindi da tecnologia ed innovazione, i nuovi grandi settori economici del giorno d’oggi. La politica serve anche ad aumentare l’educazione; nelle scuole oggi i ragazzi difficilmente studiano aspetti del mondo moderno che potrebbero poi tornare loro utili. Piero Angela ha poi fornito una serie di motivazioni che lo hanno spinto a non entrare mai nel mondo della politica. Ha innanzitutto spiegato come solo diventare un leader assicuri la possibilità di cambiare realmente le cose. “Se non sei un leader sei solo un componente della mandria e che poteri hai? Puoi realmente cambiare le cose?”. Per lui è stato quindi più utile scrivere da esterno commentando gli avvenimenti e esprimendo le proprie idee, così da arricchire se stesso e gli altri. Grazie al suo lavoro, Piero Angela non si sente di avere alcun potere, ma si ritiene più ricco di molti politici, avendo avuto la possibilità di “entrare nelle menti delle persone”. Questo gli permette di creare cose importantissime, come il suo comitato contro la Pseudoscienza.

Una scienza incompresa

Bisogna poi ammettere che in Italia è presente una certa resistenza nei confronti ad un approccio scientifico. L’errore è ritenere che la scienza sia un sapere isolato, quando bisognerebbe invece sapere che la scienza nasce per curiosità ed agevola il vivere umano lasciando più tempo al pensiero, citando Silio Bozzi.

I libri, tesoro di tutta una vita

Durante l’incontro, Marino Sinibaldi ha, infine, introdotto l’argomento dei libri come forma di espressione.
Secondo Piero Angela i libri vanno tenuti in mano, c’è bisogno di instaurare con loro un rapporto fisico, un rapporto diretto. I libri sono il prodotto che qualcuno genera, sono come dei figli e concretizzano una parte del cervello. Un articolo o un programma tv non potranno mai comunicare quello che comunica un libro, questo anche per ragioni di tempo. In duecento pagine è più facile ragionare, in televisione lo è molto meno. L`autore ha quindi concluso l’incontro affermando che i libri sono la cosa che più ha amato fare e che il piacere celato dietro la lettura è imparare cose che prima non si conoscevano. “Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute” è un libro che racconta la storia: quella del mondo e quella del suo autore.

Il carosello della vita

In conclusione a tutta la presentazione, Piero Angela ha espresso un pensiero profondo come esortazione all’ottimismo. Ha ricordato un momento della sua vita in cui i suoi genitori, da molto piccolo, gli avevano regalato un carosello carillon. Ha concluso, dunque, con una corrispondenza tra il carosello e la vita. “Durante la mia vita ho visto passare di continuo cavalieri bianchi, cavalieri neri, persone buone o cattive. Ho visto scomparire i miei amici e, prima o poi, sparirò anche io. Non siamo immortali, ma continuiamo a vivere e a fare le cose creative con il pennacchio sulla testa”.

Premio Andrea Barbato

Dopo l’incontro, a Piero Angela è stato conferito il Premio Giornalistico Andrea Barbato 2018. La consegna del premio ha avuto inizio con una clip del telegiornale di cui Piero Angela e Andrea Barbato erano conduttori. Sul palco erano presenti anche il Sindaco di Fano Massimo Seri, il quale ha letto le motivazioni del premio, e il figlio di Andrea Barbato, Tommaso. Prima di scendere dal palco, Piero Angela, con grande solennità, unita alla sobrietà che lo caratterizza, ha elogiato il suo collega e amico Andrea Barbato, ricordandolo come un “genio compreso”.

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Katja Centomo racconta la libertà https://2020.passaggifestival.it/katja-centomo-racconta-liberta/ Sat, 30 Jun 2018 20:28:55 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61804 Katja Centomo, scrittrice e fumettista, con "Franca Viola. La ragazza che disse no", tracconta ad un pubblico giovane la conquista della libertà delle donne

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Katja Centomo Passaggi Festival 2018La libertà di essere una donna è celebrata in questa sesta edizione di Passaggi Festival, del quale tema è proprio “Il Paese delle Donne”. Durante le cinque giornate del Festival alcuni racconti sulle figure femminili prendono vita e si trasformano in storie di libertà ed emancipazione di donne forti.
È il caso del libro presentato da Katja Centomo, scrittrice, fumettista e direttrice dello studio editoriale Red Whale.
Il libro in questione è “Franca Viola. La ragazza che disse no”, un saggio per ragazzi, che fa parte della collana “Semplicemente eroi” (Enaudi ragazzi).
Franca Viola è la prima donna tra gli eroi della collana ed  anche questo ci fa percepire l’importanza della sua vicenda: e’ anche grazie a lei se le donne non sono più obbligate a restare in silenzio, se sono libere di decidere e di dire no.

Una storia difficile da raccontare

Katja Centomo è riuscita a raccontare la sua storia adattandola ad un pubblico molto giovane nonostante l’argomento molto crudo.
Si tratta di un atto di violenza sessuale subìto da Franca Viola a soli diciassette anni. Un fatto difficile da raccontare ad un giovane pubblico: è anche per questo che l’idea dell’autrice si è rivelata geniale.
Ha affidato, infatti, la narrazione a tre personaggi inventati, a tre ragazze anch’esse di diciassette anni; ciò le ha permesso di usare parole più semplici.
Katja Centomo ha confessato di aver riscontrato molte altre difficoltà: l’autrice ha sempre lavorato nell’ambito del disegno, della sceneggiatura ed, in generale, dello studio editoriale. Da pochi anni, tuttavia, la sua estrosità l’ha portata a diventare una vera e propria scrittrice. “Franca Viola. La ragazza che disse no” è, però, il suo primo lavoro basato su una storia reale, su una biografia.
Una biografia, inoltre, difficile che ha cambiato la storia civile dell’Italia.

La libertà delle donne negata dalla legge

Nella Costituzione italiana vigeva,negli anni Sessanta, un articolo che permetteva ad un uomo di compiere azioni terribili ed essere perdonato una volta sposatosi con la vittima stessa. Dopo essere stata rapita, violentata e, successivamente, chiesta in moglie da Filippo Melodia, il suo carnefice, Franca Viola ha saputo dire “no” a quella legge maschilista nel 1965.
Nonostante la discriminazione da parte dei compaesani e l’emarginazione sociale della piccola città siciliana di Alcamo, anche la famiglia, in particolare il padre, contro le aspettative del tempo, l’ ha appoggiata in questa decisione.
Nel libro di Katja Centomo le passioni delle tre ragazzine protagoniste si intrecciano e si confrontano con quelle di Franca Viola e di tutte le ragazze degli anni Sessanta. Erano sogni diversi, ma pur sempre caratterizzati dalla voglia di libertà.
I desideri di Franca vengono, tuttavia, infranti improvvisamente dal rapimento da parte di Filippo Melodia e dagli sguardi maliziosi dei compaesani: a quel tempo subire violenza era considerato un disonore per la vittima, e non per chi la violenza la usava.

Franca Viola, garante per tutte le donne

Così nella vita di Franca Viola si aprì una drammatica ferita  ma quella stessa vita servì a salvare quella di tutte le altre donne che ottennero l’annullamento di un articolo tanto ingiusto.
Katja Centomo è riuscita a raccontare la storia di una ragazza comune che si è trasformata in eroina per garantire la libertà di tutte le donne di oggi.
“Franca Viola. La ragazza che disse no” si inserisce benissimo in Passaggi Festival 2018 che si prefigge di raccontare “Il Paese delle Donne” ed è un libro perfetto per far conoscere una storia tanto importante alle ragazze ed ai ragazzi, di oggi.

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Massimo Cacciari: pensare per immagini o immagini per pensare https://2020.passaggifestival.it/massimo-cacciari-pensare-immagini-immagini-pensare/ Sat, 30 Jun 2018 20:07:28 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61842 Massimo Cacciari, autore di "Generare DIo", a Passaggi Festival 2018 spiega l'importanza delle immagini nella civiltà e il loro contributo al pensiero

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Massimo Cacciari a Passaggi Festival 2018“Le immagini sono un umile invito alla conversione della mente”. Queste le parole di Massimo Cacciari alla presentazione del suo libro “Generare Dio” a Passaggi Festival 2018.
Sul palco con lui, per la rassegna Grandi Autori della terza giornata del Festival, Pietro Del Soldà, conduttore del programma “Tutta la città ne parla” di Rai Radio3.
“Generare Dio” è il primo volume della collana “Icone. Pensare per immagini” e ha al centro la figura di Maria, madre di Gesù.

Il grande potere delle immagini

Secondo Massimo Cacciari, è l’immagine a permettere di comprendere il significato della persona di Maria, in modo più diretto rispetto alla mariologia stessa, la branca della teologia che studia la figura della madre di Cristo. L’immagine ha, infatti, il grande potere di attrarre a sé gli stessi oggetti raffigurati, un potere che spesso la parola non possiede. La civiltà ha avuto bisogno, sin dall’inizio dei tempi, di raffigurazioni sia fisiche ma, soprattutto, mentali. Anche i pensieri più astratti degli uomini necessitano di una rappresentazione, di una dimensione sensibile ed estetica.
In “Generare Dio” viene presentata una Maria diversa da come viene descritta nelle Sacre Scritture: la sua figura deriva dalle sue immagini. Vengono fatti riferimenti a Caravaggio, Martini e altri pittori che hanno saputo riportare le sensazioni provate dalla Vergine durante le varie fasi della vita del Figlio. Massimo Cacciari ha utilizzato, durante la presentazione del libro, alcune immagini proiettate di diverse opere artistiche raffiguranti Maria e Gesù. Tra queste le Annunciazioni di Simone Martini e Piero Della Francesca, la Pietà di Michelangelo, l’Incredulità di san Tommaso di Caravaggio.

Massimo Cacciari celebra l’alleanza

Sono tutte immagini di un percorso che Maria ha intrapreso con suo figlio. L’annunciazione della nascita, la madre con l’infante tra le braccia, Maria sotto la croce e la deposizione.
Tutte fasi che hanno come caratteristica principale il dubbio della Vergine. L’insicurezza e l’incertezza di non sapere a che cosa poteva andare incontro, la figura di una madre che rischia tutto senza conoscere il futuro di suo figlio.
Si tratta di un duplice atto di libertà. L’essere scelta, e non eletta, per dare la vita al Figlio di Dio e scegliere se farlo.
Anche in questo caso, quindi, l’importanza della donna e in particolare della figura materna è celebrata.
In “Generare Dio” è ribadita l’alleanza tra madre e Figlio, contro ogni tipo di patria potestas. Tra Madre e Figlio si crea un legame che è ontologico, già presente. Con il Padre, che è Dio, vi è un rapporto diverso in quanto il Padre è tale solo grazie all’amore del Figlio. Citando Cacciari “Il Padre è morto o sta attendendo il Figlio e l’unica eredità di quella perdita è la vita stessa”.

Auctoritas e Democrazia

Il discorso di Massimo Cacciari prende in considerazione anche un confronto tra la patria potestas e la Democrazia: la Democrazia è quel regime per il quale soddisfiamo i nostri desideri secondo la Legge. Se si toglie questa libertà non ci si trova in una Repubblica democratica.
Anche un regime democratico dovrebbe pensare al figlio, il cittadino, ed al suo futuro. Da ciò si giunge alla conclusione che uno Stato non esiste senza i suoi cittadini, così come il Padre non si manifesta senza suo Figlio.

La conversione della mente tramite le immagini

Tutto questo è trasmesso dalle immagini in cui il Padre è nel Figlio. Dio è invisibile ed è qui che nasce il dubbio degli uomini sull’incarnazione: se questo dubbio diventa concreto, allora la fede in Dio sarà vana.
Sono le immagini a dover far riflettere e sono le immagini ad aiutare gli uomini a ragionare su questioni riguardanti la vanità o la gelosia.
“Generare Dio” è, dunque, un libro che aiuta a riflettere basandosi sulle immagini e non più solo sulla parola. Un libro che può aprire la mente e fare convertire gli uomini non ad una religione ma ad un pensiero.

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Un mondo di cose: le idee volano a Passaggi https://2020.passaggifestival.it/mondo-cose-idee-volano-passaggi/ Fri, 29 Jun 2018 17:42:28 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61647 Durante la seconda giornata di Passaggi Festival 2018 sono iniziati i laboratori per i bambini che si svolgeranno per tutta la durata del Festival in vari luoghi della città di Fano. Alcuni di questi laboratori si svolgeranno presso la Mediateca Montanari MEMO, nel centro storico. Altri, invece, sul lungomare di Fano. In particolare, a dare […]

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Durante la seconda giornata di Passaggi Festival 2018 sono iniziati i laboratori per i bambini che si svolgeranno per tutta la durata del Festival in vari luoghi della città di Fano.

Alcuni di questi laboratori si svolgeranno presso la Mediateca Montanari MEMO, nel centro storico. Altri, invece, sul lungomare di Fano.
In particolare, a dare avvio al progetto delle attività alla MEMO per questa sesta edizione di Passaggi Festival è stato “Un mondo di cose”, un laboratorio dedicato ai bambini , dai due anni in su, ed i loro genitori. Ad organizzarlo l’Associazione fanese Amemi.

La peculiarità del laboratorio

“Un mondo di cose” è tenuto da Carolina Ansuini, un’educatrice fanese che nella sua vita lavora con i bambini.
Si tratta di un laboratorio creativo che ha avuto inizio con l’identificazione, da parte dei bambini, di oggetti riciclati. Gli oggetti in questione sono cannucce, legnetti, stoffe, tappi di bottiglia, piume o conchiglie. Questi sono serviti ai bambini per disegnare su due grandi pezzi di cartone.
È proprio questa la peculiarità del laboratorio. Non sono disegni realizzati con colori o gessetti.
I bambini hanno potuto disfare e ricreare le proprie piccole opere d’arte di continuo, dando sfogo a tutta la loro creatività.

L’entusiasmo dei bambini

Alla proposta di Carolina Ansuini di ricreare con gli oggetti il mare, i bambini hanno risposto con grande entusiasmo: alcuni si sono diretti verso le conchiglie, altri verso le stoffe o i legnetti, così sul cartone i disegni hanno iniziato a prendere forma e vita.
“Un mare di cose” si è rivelato essere un perfetto sfogo creativo per i più piccoli e per i loro genitori.

Le idee volanti di Caterina Ansuini

Tra risate, sorrisi e stoffe sparpagliate ovunque, Carolina Ansuini ha invitato i piccoli a “tenere gli occhi grandi” in cerca delle idee che volano. A quel punto tutti i bambini hanno portato le mani agli occhi per formare un binocolo ed hanno cercato le idee nell’aria.
Il laboratorio si proponeva di alimentare la fantasia dei bambini ed è stato la prova tangibile della loro innata creatività: i bambini riescono a creare qualunque cosa vogliano creare partendo dagli oggetti più semplici.

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Antonia Klugmann: la ricerca di una poesia nuova a Passaggi Festival https://2020.passaggifestival.it/antonia-klugmann-ricerca-poesia-nuova-passaggi-festival/ Fri, 29 Jun 2018 11:01:33 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61702 Antonia Klugmann, chef stellata ex giudice di Masterchef Italia, presenta a Passaggi Festival 2018 "Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina"

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Antonia Klugmann Passaggi Festival 2018Una dei Grandi Autori della seconda giornata di Passaggi Festival 2018 è Antonia Klugmann, chef stellata ed ex giudice di Masterchef Italia. La chef ha presentato il suo libro “Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina”, un libro di cucina che è, in realtà, molto di più.
La vita di Antonia Klugmann è, infatti, talmente tanto intrecciata alla cucina che in ogni singola ricetta è celata una storia differente. Sono storie legate alle sensazioni e alle emozioni provate da una chef diversa da tutti gli altri.

L’importanza delle origini

Antonia Klugmann è, innanzitutto, triestina di origine. Questo fattore è fondamentale:
Trieste è, infatti, una città caratterizzato dalla stratificazione culturale in quanto città di confine, e questa sua peculiarità si è trasmessa anche nella cucina, senza che la cultura italiana prevalesse sulle altre. È con l’arrivo dell’età adulta, e con i numerosi viaggi, che Antonia Klugmann si è resa conto di questa peculiarità triestina ed ha iniziato a coglierne la ricchezza. Lei, che a seconda della nonna che l’aveva in consegna mangiava cucina emiliana o mitteleuropea, ha trasferito questo valore nella sua cucina.  Lo scrittore e critico enogastronomico Alfredo Antonaros, presente sul palco, ha poi definito la città  di Trieste “un posto in cui la diversità  è la norma” spendendosi in un elogio della contaminazione culturale in cucina. 

La libertà di essere donna in cucina

È stata la nonna meno legata alla cucina, proveniente da una tradizione triestina caratterizzata da un forte matriarcato, ad averle trasmesso quella libertà che oggi la caratterizza come chef: la libertà di essere donna, di poter decidere quando non si ha voglia di cucinare, la libertà di potersi comportare proprio come gli uomini. Questo le ha insegnato ad essere un “cuoco libero” , potendo scegliere cosa cucinare senza pensare ad una tecnica o ad un piatto come giusto o sbagliato: “la cucina”- ha detto Antonia – “deve essere un luogo di felicità, libertà ed errore”.
Ed in cucina il maschilismo non esiste per la chef: quando sta ai fornelli, Antonia Klugmann non è né donna né uomo.
Quello della cucina è, infatti, un ambito meritocratico in cui non è importante come appari quanto piuttosto come cucini.

I nuovi sguardi di Antonia Klugmann

Nel suo libro, Antonia Klugmann descrive come, senza ascoltare il parere di nessuno, le sue intuizioni prendono vita. La sua idea si fonda su una continua ricerca di poesia negli ingredienti. Ciò che, infatti, rende Antonia Klugmann la grande chef che tutti conosciamo è la capacità di guardare agli ingredienti con occhi sempre nuovi: bisogna “assaporare un pomodoro sempre come se fosse la prima volta”. Lo stimolo per trovare sempre la poesia anche nella ripetizione stagionale degli stessi ortaggi arriva alla chef da un luogo piacevole. Così, per esempio, la sua “polenta verde” deriva dal desiderio di riportare, nel sapore, l’odore del prato di Dolegna del Collio.

La semplicità dopo Masterchef

Antonia Klugmann insegna anche l’etica: sulla base del suo amore per gli ingredienti si fonda anche la sua idea di ristorante anti-spreco. Gli avanzi, secondo Antonia, si buttano perchè non si sa come utilizzarli ma nel momento in cui si conosce il processo di produzione di un determinato ingrediente e tutta la fatica che c’è dietro lo si rispetta maggiormente e si fa di tutto per non sprecarlo. La cura del suo orto è, infatti, un aspetto fondamentale del suo lavoro che dà  un carattere ben specifico al suo ristorante, nei cui bidoni, tutti differenziati, non si troveranno mai molti scarti. Questo è conseguenza, ed anche causa, del numero piccolo di coperti nel suo ristorante, L’Argine di Vencò, a Dolegna del Collio. Solo quindici coperti per riuscire a rimanere se stessa, senza snaturarsi.
Ed è proprio per non snaturarsi che Antonia Klugmann ha deciso di lasciare Masterchef: continuare il talent avrebbe significato chiudere L’Argine. Se il ristorante è aperto, infatti, la Klugmann è in cucina, se non è in cucina il ristorante è chiuso. Queste le condizioni della chef.
Antonia Klugmann, però, non si pente dell’esperienza a Masterchef, essendo stata utile sia a lei, sia ai suoi dipendenti che, nel frattempo, hanno potuto partecipare a numerosi corsi di aggiornamento e crescere dal punto di vista professionale.

“Di cuore e di coraggio. La mia storia, la mia cucina” racconta la vita, la libertà, la poesia e l’etica di una grande chef, felice nel suo mondo fatto di orto, tegami e viaggi.

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Marino Bartoletti e Michele Torpedine a Passaggi: così diversi e così simili https://2020.passaggifestival.it/marino-bartoletti-michele-torpedine-cosi-diversi-e-cosi-simili/ Thu, 28 Jun 2018 19:23:01 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61604 Michele Torpedine e Marino Bartoletti, con Gianluca Ginoble e Marco Viroli presentano i loro libri surante la prima serata di Passaggi Festival 2018

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La prima giornata della rassegna Grandi Autori Passaggi Festival 2018 ha avuto, come ospiti sul palco, due personaggi molto importanti, Michele Torpedine e Marino Bartoletti. Il primo è manager e produttore musicale del trio lirico Il Volo e lo è stato di altri grandi artisti italiani come Luciano Pavarotti o Zucchero. L’altro è giornalista sportivo e conduttore televisivo. Apparentemente i due non hanno nulla in comune, ma, in realtà, si conoscono e sono molto legati.
Il palco ha ospitato anche Gianluca Ginoble, arappresentare Il Volo, e Marco Viroli, a condurre la serata (in foto, da sinistra Torpedine, Viroli e Bartoletti). Gli autori hanno dialogato di fronte ad una numerosissima platea. L’affluenza del pubblico per l’avvio della manifestazione è stata sorprendente, e i primi ad averlo riscontrato sono stati proprio Bartoletti e Torpedine.

Due libri a contatto tra loro

I due libri che sono stati presentati sono stati il frutto di due autori molto diversi, ma al contempo molto simili. “Ricomincio dai tre”, il libro di Michele Torpedine, cita esplicitamente l’amico Marino Bartoletti e “Bar Toletti. Così ho digerito Facebook”, di cui Bartoletti è autore, cita Torpedine indirettamente.
Quest’ultimo, presentato in prima nazionale proprio a Passaggi Festival, raffigura in copertina il trio di cui Torpedine è produttore.

Il diario di Marino Bartoletti

Nonostante Bartoletti non ami definirsi scrittore, questo è già il secondo volume di una raccolta di pensieri e di veri e propri articoli giornalistici pubblicati sul social network Facebook.
Facebook è per Marino Bartoletti un diario di emozioni, pensieri ed idee.
In “Bar Toletti. Cosi ho digerito Facebook” l’autore presenta centoventi ritratti di personaggi appartenenti a quasi ogni campo del panorama italiano. Tra questi, alcuni sono proprio frutto del lavoro di Michele Torpedine. A Luciano Pavarotti, ad esempio, è dedicato un intero capitolo mentre i ragazzi de Il Volo sono raccontati come figure amiche e molto legate all’autore. A questi Bartoletti offre, nel suo libro, un giudizio molto più umano che artistico.
Con il primo volume “Bar Toletti. Così ho sfidato Facebook”, l’autore è diventato Best Seller per la casa editrice Minerva, rendendo cartacei e toccabili con mano tutti i post pubblicati sulla sua pagina Facebook. Anche nel caso del secondo volume presentato a Passaggi Festival, la spontaneità dei pensieri di Bartoletti è palpabile.
Durante la presentazione Marino Bartoletti ha fatto spesso riferimento a Michele Torpedine, celebrando il modo molto diretto con cui l’amico riesce a dire la verità senza censure.

La verità di Michele Torpedine

“Ero stanco di sentire bugie” ha affermato proprio Michele Torpedine presentando “Ricomincio dai tre”. Già dall’incipit, infatti, il libro è ricco di polemica nei confronti di tutti quegli artisti che non sanno ringraziare e che non ricordano le proprie origini. Si riferisce, tra tanti, a Zucchero o ad Andrea Bocelli.
I suoi aneddoti riguardano, però, l’ambiente lavorativo e non mirano mai a quello personale, così da non cadere mai nella disonestà.
Torpedine racconta le storie di oltre vent’anni fa, appartenenti all’ambiente musicale in cui l’autore vive. Storie viste, però, da dietro le quinte.
Racconta dell’idea geniale avuta una sera del 1985, quando decise di riunire in tournèe Gino Paoli e Ornella Vanoni, e dei rapporti con tutti gli altri artisti con cui ha lavorato, come Gino Paoli. E, certamente, racconta de Il Volo, di come li ha scoperti guardando Ti Lascio Una Canzone e dei loro dieci anni di lavoro insieme.
Anche Michele Torpedine non si definisce uno scrittore, ma il suo è un libro che andava scritto, un po’ per liberazione personale, un po’ per fare in modo che la verità non venisse celata.

Due libri, quindi, molto piacevoli e adatti anche a chi non è un grande amante dei saggi.

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Michele Torpedine: l’entusiasmo ritrovato https://2020.passaggifestival.it/intervista-michele-torpedine/ Thu, 28 Jun 2018 08:41:14 +0000 https://2020.passaggifestival.it/?p=61559 Il manager e produttore del trio lirico Il Volo parla della sua esperienza professionale e personale nel mondo della musica

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Michele Torpedine a Passaggi Festival 2018La prima giornata della rassegna Grandi Autori di Passaggi Festival ha avuto come ospite, tra gli altri, il manager e produttore musicale Michele Torpedine, autore di “Ricomincio dai tre”, che racconta gli aneddoti e le storie del difficile mondo musicale di cui è stato, ed è ancora, vero e proprio protagonista.
Altre figure molto importanti nel panorama italiano sono state ospitate sullo stesso palco. Marino Bartoletti, giornalista sportivo e conduttore televisivo, autore di “Bar Toletti, così ho digerito facebook”, Marco Viroli, scrittore e giornalista che ha intervistato sul palco i Grandi Autori e Gianluca Ginoble, l’ospite a sorpresa della serata, il più giovane dei tre ragazzi de Il Volo. Il trio lirico deve il suo enorme successo proprio al loro produttore e manager Michele Torpedine.

Abbiamo avuto l’opportunità di fare a Torpedine qualche domanda dopo la presentazione del suo libro.

Una nuova esperienza con Passaggi Festival

Come si è sentito ad inaugurare Passaggi Festival?
È stata una bella esperienza perché presentazioni come queste non le avevo ancora fatte, in ambienti così piccoli e molto più familiari. Mi sono sentito come se avessi fatto un concerto, perciò è stato molto bello, una bella emozione.

Una vita dedicata al mondo della musica

Oltre ad essere manager e produttore, lei è anche musicista quindi conoscerà sicuramente molto bene il mondo della musica. Cosa pensa dell’evoluzione che sta avvenendo nell’ambiente musicale?
Sono un po’ triste di tutto questo perché negli anni passati abbiamo avuto i grandi successi, i famosi “evergreen”, mentre oggi con l’andata del rap e con il fatto che sia un po’ finita la canzone melodica, la canzone tradizionale. Ho paura che tra trent’anni le future generazioni dovranno risentire ancora brani come “Il cielo in una stanza” che avrà duecento anni perché credo che del rap e di tutta quell’ondata lì non rimarrà niente, per fortuna. Speriamo che finisca al più presto.

“Ricomincio dai tre”: il titolo del suo libro, sicuramente riferito al trio Il Volo. Perché “ricomincio”?
Ricomincio perché io, prima di incontrare i tre ragazzi de Il Volo, avevo perso un po’ di entusiasmo; nel libro questo si capisce. Se uno legge il libro capisce che mi ero un po’ perso, in parte perché non provavo più piacere nei rapporti umani. Con loro, invece, c’è stata una scoperta nuova, un’ondata di ossigeno nuovo, un entusiasmo nuovo: tutta un’altra cosa. Avrei potuto anche chiamarlo “Legittima difesa” questo libro, invece ho preferito ricordare un film storico di Massimo Troisi e poi dedicarlo a loro, e chi conosce Il Volo personalmente e le loro famiglie capisce il perché.

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