La storiografia di Fano ha perso il suo interprete migliore. Franco Battistelli ci ha lasciato. È una dura perdita perché Franco Battistelli sapeva tutto della sua città.
Dal 1972 alla fine degli anni novanta ha diretto sia la biblioteca Federiciana sia il Museo civico Malatestiano. Contemporaneamente insegnava. Aveva inoltre la direzione della rivista di studi storici che ha fatto conoscere Fano fuori dalle mura cittadine e agli stessi fanesi: il famoso Supplemento annuale al Notiziario che poi diventerà nel 1986 Nuovi studi fanesi.
Non è il momento di ricordare l’incredibile numero di contributi culturali di Franco Battistelli e sinceramente non basterebbe lo spazio. Credo che la sua bibliografia sia sterminata. Si è occupato di archeologia, archivistica, architettura, arte, libri antichi, ovviamente di storia, ma soprattutto le sue vere passioni sono state l’opera lirica e il teatro.
Franco Battistelli ha firmato importanti volumi sui monumenti e documenti di Fano, dalle chiese al Palazzo Malatestiano, dalla Fano romana alla Pinacoteca civica, dalle antiche rappresentazioni cartografiche alle varie edizioni delle sue guide, coordinando studiosi e ricercatori e alcuni di loro facendoli crescere e partecipare.
È stato un riferimento importante anche dopo che è andato in pensione. Sapevamo tutti di poter contare su di lui, sulla sua disponibilità, sulla sua intelligenza e sensibilità. A volte la sua disponibilità era persino eccessiva. Non sapeva dire di no. Non voleva offendere e nemmeno deludere nessuno. A volte doveva prendere delle decisioni e in Federiciana ci facevano sorridere i suoi scrupoli eccessivi. Immagino che dopo quelle angustie si rifugiasse nella musica.
Nel 1979, con il mio amico fotografo Paolo Talevi avevo preparato una plaquette sul Teatro della Fortuna, su quegli ori e stucchi abbandonati all’incuria. Franco Battistelli scrisse l’introduzione. Era un ricordo d’infanzia che comincia così: “Estate del 1942. A sette anni e mezzo, libero dagli impegni scolastici di una seconda elementare trascorsa sui duri banchi delle ‘Corridoni’, ero ancora un ragazzetto magro e spilungone, desideroso solo di giochi e di mare. Della guerra, quella aspra e feroce scatenata su più fronti dalla follia di un dittatore paranoico, avevo appena una vaga consapevolezza. Soprattutto per la tristezza domestica di un padre assente e per l’arrivo di tante lettere e cartoline da un fronte lontano”. Battistelli racconta poi le sue impressioni infantili nella fastosa cornice del teatro polettiano. “Di quello spettacolo, goduto come un bel sogno in un mondo di fiaba, resta ancora nella mia memoria un’immagine vivissima di scene, costumi, musiche e colori come nessun altro spettacolo visto poi, anche in teatri più grandi e famosi”.
La musica e la ferita di un padre che non tornerà hanno segnato la sua esistenza. La nostra, quella di cittadini di Fano, è stata presa per mano dalla sua cultura delle memorie.
Franco Battistelli è scomparso a 86 anni. Così ne scrive Wikipedia:
Ha svolto il ruolo di insegnante fino al 1994, ma già a partire dal 1972 ricevette la carica di Direttore della “Biblioteca Federiciana” e del Museo e “Pinacoteca civica” di Fano. Nel 1961 è stato eletto socio e successivamente anche socio onorario della “Deputazione di Storia Patria per le Marche”. Nello stesso anno ha ricevuto il premio “Paul Harris Fellow” per “l’impegno Culturale nel Campo della ricerca Letteraria, Storica e Artistica”. L’Amministrazione Comunale di Fano gli ha attribuito come “storico” il premio annuale del 2007, “La Fortuna d’Oro”.