treno-storia-nigido

di Pier Giacomo Nigido

 

Dal passato mi è arrivato un messaggio in bottiglia…
Ieri, con la mamma, mia sorellina, la zia Chiara siamo andati al Santuario di…
Ho chiesto alla mamma cos’è un Santuario, e per lei ha risposto la zia, dicendo che è una specie di Chiesa dove si chiedono le grazie e per poterle avere bisogna pregare molto. Io ero vestito con i pantaloni blu e una camicia con le maniche corte, a quadretti azzurri, che mi piacciono tanto. La mamma aveva ripassato col bianchetto, sia i miei sandali che quelli di Francesca, alla quale aveva fatto anche le trecce. Siamo partiti coll’autobus dalla piazza delle corriere, che è quella dedicata ai caduti della guerra, e per la ricorrenza c’è sempre la banda musicale.

Sulla corriera ho preso il posto vicino al finestrino. Mi piace appoggiare la tempia al vetro, e sentire le vibrazioni, specialmente quando l’autista, nelle salite, cambia marcia. D’inverno il vetro è gelato e il freddo mi da una sensazione piacevole. Poi papà, o la mamma, di solito mi sgridano, dicendo che così mi raffreddo e mi ammalerò. La mamma e la zia parlavano fitto fitto e a bassa voce. Ho sentito solo “benigno”, “maligno”, ma non ho capito a cosa si riferissero. In città, abbiamo preso il treno. Papà non è potuto venire perché è in ospedale e ha la barba lunga e ispida che punge le guance.

Nello scompartimento del treno i sedili sono molto alti perché non tocco il pavimento con I sandali e i finestrini sono piccoli e stretti, ma usciti dalla stazione si vedevano le spiagge e il mare. Nelle spiagge c’erano molti bagnanti, ed alcuni avevano le sdraio e gli ombrelloni. Dopo poche fermate, siamo arrivati alla stazione del paese del Santuario, e la nostra carrozza è andata oltre la pensilina, e siamo dovuti scendere direttamente sulla massicciata. Prima è scesa la zia che ha preso in braccio Francesca, poi è scesa la mamma, mentre io non ho voluto alcun aiuto e sono saltato dal gradino più alto.

Il Santuario è sulla collinetta sopra il paese e ha un viale d’accesso delimitato dalle siepi. Le siepi avevano tante spine e delle bacche rosse, che la mamma mi ha detto di non toccare, perché sono velenose. Tutte le pareti del Santuario sono ricoperte da numerosi quadri e altre cose. Mentre Francesca era per mano alla mamma, ho chiesto che cosa erano quelle cose appese alle pareti e la zia ha detto che erano i ringraziamenti delle persone che avevano chiesto e ricevuta una grazia e quelle cose strane erano gli organi dei malati. Nei quadri c’erano delle scritte, difficili da leggere, che indicavano la sventura, per la quale la Santa o il Santo, erano intervenuti salvando da morte certa i disgraziati. Pure gli equipaggi e i passeggeri delle navi, anche nei tempi antichi quando le navi avevano le vele o delle grandi ruote come quelle dei mulini ad acqua, con quei quadri ringraziavano per aver salvato la vita dalle burrasche e dai tifoni e dagli attacchi dei mostri marini.

Ci siamo fermati davanti ad una delle Cappelle del Santuario, che aveva molte di quelle altre cose, attaccate a quadretti, o in scatole di vetro, che la zia ha detto erano degli stomaci, anche se li avevo già visti a scuola nelle cartine che illustrano il corpo umano. La zia e la mamma hanno iniziato a pregare sgranando il rosario, mentre io e mia sorellina giravamo per il Santuario a vedere i quadri e quelle altre cose che erano appese, che io trovavo buffe, mentre lei si spaventava e mi tirava per la mano perché voleva tornare dalla mamma.

Dopo le preghiere, mamma ha acceso una candela e fatto un’offerta. Siamo usciti e dal sagrato del Santuario si vedevano le navi al largo ed anche alcune piccole barche a vela. Mentre, si ritornava alla stazione mi sono accorto che i sandali si erano sporcati e avevano dei brutti segni neri.


Pier Giacomo Nigido è nato a Lerici nel 1953, vive a La Spezia.
Ha pubblicato nel gennaio 2016 una raccolta di poesie “Notte fonda, perlopiù”, Gammarò Edizioni (Sestri Levante). Una sezione della raccolta e il racconto “Lo scarafaggio di Franz”, sono stati pubblicati dalla rivista on-line “Carte allineate”

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