Carlo uscito da solo Napolillo

In questi giorni di porte chiuse e solitudini forzate, didattica a distanza, abbracci vietati e di una inevitabile, dolorosa diffidenza, amico ci potrà essere un libro. Un libro qualunque, che ci faccia uscire dal film che siamo costretti a vedere e ci porti altrove, in qualsiasi altro mondo parallelo. Ma ancor di più, amico potrà esserci questo libro “Carlo è uscito da solo” di Enzo Gianmaria Napolillo (Edizioni Feltrinelli).

Anche questa è la storia di una solitudine forzata, spinta al limite dalle circostanze della vita. La storia di Carlo, 33 anni e un guscio, quello dove ha deciso di rinchiudersi per sfuggire al dolore. Carlo non esce mai da solo, non rivolge la parola agli sconosciuti e deve tenere tutto sotto controllo. Conta le briciole sul tavolo, le gocce di pioggia sulla finestra e le stelle in cielo, perché nessuna sorpresa possa contagiarlo, nessuna pericolosa novità possa minare l’equilibrio instabile della sua routine.

Intorno a lui, solo il padre Anselmo, la madre Rita e la sorella Giada, e giorni tutti attentamente uguali, per non cadere nel baratro e confini belli alti per difendere quella solitudine che pare una medicina, ma che invece mina, subdola, la salute di tutta la famiglia.
Poi capita, strano, improvviso, infantile, un taglio di luce, di quelli che non si capisce come, fregano le nuvole, aprono un varco e ti mettono a rischio.
Capita un giorno che, nel bar dove tutte le mattine Carlo fa colazione con il babbo Anselmo, attento a rispettare la sua routine di debita distanza, si incrocino due sguardi e una promessa di sorriso. Lo sguardo di Carlo cade su quello di Leda, la nuova barista.

Un attimo, e si va fuoristrada. Cade il muro, il taglio di luce acceca ed improvvisamente si insinua il rischio dell’altro, della condivisione del dolore e dell’accettazione della propria vulnerabilità. E’ un sorriso di zucchero disegnato da Leda sul piattino del bar che, dopo tanto tempo, mette Carlo di fronte a qualcosa che non si può contare: “Il sorriso di zucchero è nei riflessi del vetro, scolpito nella ceramica del piattino. Ci prova a contare le gocce, ma sono troppe”.
Vulnerabili, Carlo e Leda imparano a mettersi in gioco e, senza smettere di aver paura, si abbandonano all’umanità. La solitudine, non più forzata, può diventare finalmente una scelta e quando Carlo esce da solo non è più per scappare, ma per ritrovarsi.
“Carlo capisce di non essere l’unica vittima, che il dolore e la paura sono sentimenti comuni…” e che, se lo sguardo di un buon compagno di viaggio non basta a farli scomparire, può certamente renderli più umani e, quindi, possibili da affrontare.

L’Autore di

Enzo Gianmaria Napolillo vive a Saronno, dove è nato nel 1977.
Ha esordito con Remo contro (Pendragon, 2009) e poi ha pubblicato ‘Le tartarughe tornano sempre’ (Feltrinelli, 2015), finalista al premio Fiesole 2015 e al premio Brianza 2016, tradotto in Francia e molto apprezzato dai lettori e nelle scuole, con un tour da più di centocinquanta date e quattro ristampe in un anno.


Titolo:Carlo è uscito da solo
Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Editore: Feltrinelli
ISBN: 9788807033803
Pagine: 256
Prezzo di copertina: 15,00 euro

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