Giornata internazionale della Radio

La radio, sin dalla sua invenzione da parte dell’imprenditore Guglielmo Marconi nel 1897, si è inserita sempre di più nel contesto della vita quotidiana.

Lo strumento inizialmente è stato utilizzato per le comunicazioni a distanza, ad esempio tra Europa e America attraverso l’impiego del codice Morse, un sistema per trasmettere lettere, numeri e segni di punteggiatura tramite un segnale in codice ad intermittenza.

Uno dei celebri protagonisti di queste prime trasmissioni radiofoniche fu il transatlantico Titanic, che durante il tragico naufragio il 14 aprile 1912, lanciò l’apposito segnale Morse di soccorso, noto a tutti come SOS.

Col passare degli anni la radio fu sempre più perfezionata fino ad essere impiegata, sia per l’informazione politica, che per lo svago e l’intrattenimento musicale.

La radio in guerra

La radio divenne un potente alleato, per non dire un’arma, con cui gli stati democratici e i principali regimi totalitari del Novecento entravano nelle case del popolo per divulgare notizie ed ideologie.

Le principali informazioni che caratterizzano le fasi salienti della nostra storia contemporanea, furono diffuse proprio attraverso la radio: un esempio su tutti è la comunicazione trasmessa dal maresciallo Pietro Badoglio l’8 settembre del 1943, che sancì l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati.

Se si parla poi della Seconda Guerra mondiale si deve assolutamente menzionare Radio Londra, l’insieme dei programmi radiofonici trasmessi dalla radio inglese BBC e indirizzati alle popolazioni europee continentali a partire dal 27 settembre del 1938.

Tale radio, considerata fuorilegge dai principali regimi totalitari, trasmetteva i suoi “messaggi speciali” sulle vicende di guerra con un apposito linguaggio in codice.

La radio come fruitrice di svago e libertà

Nel dopo-guerra la radio divenne anche uno strumento di svago adatto per tutte le generazioni.

Proprio dalla radio, infatti, venivano diffusi e resi popolari i principali brani musicali degli anni Cinquanta e Sessanta.

Se i nostri nonni ascoltavano, timorosi, le tragiche notizie belliche che sconvolgevano il mondo, i nostri genitori hanno avuto la fortuna di cantare e ballare sulle musiche che, ai loro tempi, la radio trasmetteva.

Ecco allora irrompere nei salotti degli italiani i programmi radiofonici che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, si pensi a Bandiera Gialla diretto dalla coppia Arbore-Boncompagni o allo stesso Festival di Sanremo che, sin dalla prima edizione, nel 1951, è stato trasmesso in diretta radiofonica.

Gli anni Settanta costituirono, invece, il decennio delle cosiddette radio libere, emittenti di piccole dimensioni, che trasmettevano musica, ma trattavano anche argomenti legati all’attualità e alla politica.

Tra queste, ricordiamo Radio Aut fondata nel 1977 da Peppino Impastato, con lo scopo di combattere la mafia nelle zone di Cinisi e Palermo.

L’avvento di Internet e l’occultamento radiofonico

Il sociologo spagnolo Manuel Castells, mette a confronto la velocità odierna con il ritmo di cambiamento precedente:

Negli Stati Uniti la radio ha impiegato trent’anni per raggiungere sessanta milioni di persone, la televisione ha raggiunto questo livello di diffusione in quindici anni; Internet lo ha fatto in soli tre anni dalla nascita del world wide web.

L’innovazione tecnologica nel campo della comunicazione ha determinato una vera e propria trasformazione e i “vecchi media” si sono dovuti adeguare di conseguenza.

Nel caso specifico della radio, si sono sviluppate, in America, nei primi anni novanta, le web radio in cui vennero pubblicati i primi podcast su Internet che offrivano la possibilità di scaricare e ascoltare in qualsiasi momento il contenuto registrato.

In questo modo, l’utente sceglieva cosa e quando ascoltare i diversi contenuti, senza dover rispettare i vincoli della programmazione e del palinsesto radiofonico.

Il podcast diventa uno strumento sempre più utilizzato, soprattutto dalle nuove generazioni, proprio perchè presenta:

  • un linguaggio più chiaro,
  • maggiore immediatezza e fruibilità dei contenuti,
  • la possibilità di ascoltare solo argomenti che effettivamente interessano,
  • l’opportunità di essere sia fruitori che autori, perchè consente di dare voce a diverse realtà.

 Radio, someone still loves you.

La radio è sempre stata un mezzo utile per l’umanità, rendendo possibile una comunicazione di tipo globale.

E’ simbolo di cooperazione e di condivisione, ed è un vero e proprio fenomeno sociale capace di attrarre a sé grandi e piccini, uomini e donne di tante generazioni.

Ha avuto la forza di resistere ad Internet, strumento ben più potente in termini di velocità, di capillarità e di diffusione di notizie e contenuti, riuscendo sempre a rinnovarsi e a consentire una maggiore libertà di espressione e di confronto, grazie ad una tecnologia che nel tempo è divenuta più semplice ed immediata.

Passaggi Festival considera la radio un importante ed insostituibile strumento di comunicazione, di intrattenimento e di diffusione della cultura.

Per questo, si avvale della collaborazione di Rai Radio 3 (media partner nazionale) con la quale organizza, all’interno del Festival la rassegna ‘Ad alta voce’ e di Radio Fano (media partner locale).

 

 

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