Augias-Passaggi-2020

Già vincitore del Premio Andrea Barbato per il giornalismo nel 2016, Corrado Augias ha presentato il suo nuovo libro Breviario per un confuso presente in occasione della Rassegna Grandi Autori.
Una sorta di vademecum perché la confusione diventi rivoluzione, un compendio che vuole passare in rassegna le caratteristiche di questi anni. Sì perché, come ha più volte ripetuto lo stesso Augias, noi abbiamo vissuto ed ancora viviamo la più grande rivoluzione dell’umanità.
Una rivoluzione caratterizzata dalla vastità e dall’istantaneità, caratteristiche che fino ad ora non si sono potute riscontrare in nessun’altra occasione, nemmeno per avvenimenti dalla portata epocale quali la scoperta del fuoco.

Un’Italia paradossale

Si tratta dunque di un racconto appassionato di tutti gli eventi che ci hanno condotto qua, eventi inquadrati in una lunga, anzi lunghissima, ottica. L’opera si articola in una serie di brevi capitoli, in accordo con l’intenzione dell’autore di costituire una sorta di fotografia.
Numerosi sono i capitoli dedicati alla scoperta dell’identità del popolo italiano. Augias ha parlato di “Un popolo ambiguo, figlio di una storia drammatica ed a sua volta ambigua”. Un paese certamente corrotto e malavitoso, ma anche produttore di grandi primati. La straordinaria ricchezza italiana di oggi deriva in primis dalla povertà della sua storia politica e militare. Fino al 1861 non si poteva certo parlare di uno Stato italiano: la nostra penisola era articolata in un numero spropositato di piccole “cellule” e ciò le ha concesso di uscirne arricchita come nessun altro paese. L’Italia è nata da un paradosso ed è bella per questo.

Ma cosa è una nazione? Per Augias una nazione è innanzitutto un insieme di lingua, un organismo vivo che si modifica poiché ognuno è libero di declinarla a modo suo. La “lingua madre” di un popolo ne costituisce l’essenza, il fattore coesivo di base. Racchiude i comuni patimenti.
Augias, però, dice che:

Allo steso modo, anche ciò che dobbiamo dimenticare fa una nazione. Alcune questioni vanno dimenticate affinché trovino una soluzione. La nota questione meridionale ad esempio, non è purtroppo destinata a risolversi. Bisogna mettere i conti a zero e guardare all’avvenire insieme, ci si deve augurare un futuro comune migliore.

L’incedere tecnologico

Andando avanti con la lettura, ci si imbatte in una serie di capitoli dedicati ad uno sguardo all’avvenire. L’intelligenza artificiale ad esempio: cosa succederà nel futuro? Le macchine prenderanno il sopravvento? È opinione comune che presto le incombenze infermieristiche saranno assolte da macchine. La domanda dunque sorge spontanea: tra la macchina e l’essere umano potrà mai svilupparsi un rapporto affettivo anche solo vagamente simile a quello che si instaura tra un medico ed il suo paziente? Sembra un mero racconto di fantascienza, ma è tutto alle porte.
Corrado Augias afferma inoltre che anche lo scadimento politico sia legato all’avanzare inesorabile delle macchine: sono venute meno le competenze, l’apprezzamento ed il valore della conoscenza. Esempio attualissimo ne è la riforma costituzionale per il taglio dei deputati, una riforma nata dalla rabbia populistica contro la politica. Non si può però fare una riforma che nasca dalla rabbia, ed è anche vero che non si può votare per il taglio dei deputati e basta. Fare politica oggi non può e non deve significare solamente preoccuparsi dei media: il politico medio di oggi non agisce in vista di un futuro migliore, ma banalmente e meschinamente si preoccupa delle più imminenti elezioni.

Una Francia rivoluzionaria

L’ultimo capitolo affrontato da Augias si incentra sulla trilogia della rivoluzione francese: libertè, egalitè e fraternitè. Con questo motto i francesi hanno fissato le caratteristiche di uno stato democratico e moderno, basato su libertà, uguaglianza e fraternità. Le tre vanno contemperate nel modo migliore possibile ed in particolare la fraternità deve esserne l’ammortizzatore. In Italia ad esempio durante la seconda metà del 900 l’ammortizzatore è stato il nostro più grande vanto. Siamo infatti stati capaci di rendere operative una serie di provvidenze che volevano rendere pratica l’imprecisa idea della fraternità.

Il libro comincia con una frase di Francesco Petrarca, celeberrimo poeta aretino vissuto durante il 1300. Egli raccomandava di saper guardare contemporaneamente avanti e indietro ed in questo Augias afferma di essersi ispirato a lui. Lo scopo del suo libro è quello di condurci passo a passo lungo i tortuosi sentieri della nostra modernità, con l’intenzione di sviluppare in noi uno spirito critico ed attento che possa insegnarci che non c’è futuro senza passato, ma anche che alle volte bisogna fare i conti con il passato per potersi gettare avventurosamente nel futuro.

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