Passaggi Festival ha aperto la terza giornata di appuntamenti con la presentazione de Alla ricerca del gusto–il viaggio gastronomico di un uomo innamorato della cucina di Stefano Callegaro vincitore della quarta edizione di Masterchef Italia.  Ha conversato con lui il giornalista Alfredo Antonaros che ci ha svelato un uomo – prima che un cuoco – dalle spiccate qualità.


[no_dropcaps type=”normal” color=”” font_size=”” line_height=”” width=”” font_weight=”” font_style=”” text_align=”” border_color=”” background_color=”” margin=””]«L[/no_dropcaps]a cucina è una forma d’arte, un veicolo per le emozioni che si ricercano in un percorso. Maggiore è la ricerca, maggiore sarà l’emozione che susciterà in me e nelle persone che la vivono».. Stefano esplicita subito la passione e il legame intimo che ha con la cucina. Passione che gli è stata trasmessa dalla madre e dalla nonna paterna che definisce nel libro «un’epicurea e una gaudente della tavola» dalla cucina e dai sapori irripetibili. Dopo anni passati a fare il manager, Stefano si accorge che l’amore che aveva da ragazzo per il cibo non si era mai spento e Masterchef 4 gli fa trovare quel coraggio di rimetterersi in gioco, stravolgere la vita e riavvicinarsi alla cucina con maturità. La vittoria del concorso fa il resto e infonde fiducia nei sogni che da tempo cullava nella sua mente: «il mio apprendimento nasce con un confronto con la cucina dei grandi chef e quelle che sono le tradizioni gastronomiche della mia terra, il Polesine».

[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]

[no_blockquote text=”La ricetta è un punto di partenza e mai di arrivo, la ricetta rigida è inversamente proporzionale all’amore che si mette nella cucina” text_color=”red” title_tag=”h5″ width=”” line_height=”” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”yes” quote_icon_color=”” quote_icon_size=””]

[vc_separator type=”transparent” position=”left” color=”” border_style=”dashed” width=”” thickness=”” up=”” down=””]

stcall

La copertina del libro scritto dal quarto MasterChef italiano.

[no_dropcaps type=”normal” color=”” font_size=”” line_height=”” width=”” font_weight=”” font_style=”” text_align=”” border_color=”” background_color=”” margin=””]Q[/no_dropcaps]uello di Stefano è un approccio alla cucina sofisticato, teso verso la ricerca e l’esplorazione, ma, allo stesso tempo, caratterizzato da una grande consapevolezza e dallo studio ‘tecnico’ delle cotture e degli ingredienti. «Una cucina che parla di sé e della sua specificità, che trasuda dell’essenza di Stefano», afferma Alfredo Antonaros, ed è per questo che nonostante provenga da una un format televisivo mainstream, che tendenzialmente potrebbe banalizzare questo tipo di qualità, Stefano non ne esce come prodotto ma come cuoco e uomo che ha costruito un percorso di senso tra le sue aspirazioni, la sua curiosità e i suoi piatti. «La ricetta è un punto di partenza e mai di arrivo, la ricetta rigida è inversamente proporzionale all’amore che si mette nella cucina». Stefano è chiaro su questo: la lista degli ingredienti e gli appunti sulle preparazioni sono solo una guida che ci introduce ad un percorso dove mettiamo sempre in gioco noi stessi, dove proiettiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni, che ci porta a produrre piatti che non saranno mai gli stessi: questa è l’alchimia, l’irripetibilità di quel piatto e di quella esperienza. Ed è proprio con una ricetta tradizionale che racconta la storia di un territorio e della sua gente – risi e bisi –che Stefano inizia il suo libro e nella quale ricerca l’alchimia tra la giusta consistenza e la cottura degli ingredienti. Alchimia sempre diversa, in evoluzione perché «in tutto quello che facciamo vive una parte di noi, questo è l’ingrediente segreto che rende unica ogni nostra creazione».

CONDIVIDI!