Indice
Mafia e università: su questo argomento, un nuovo importante riconoscimento è stato recentemente conferito a Nando Dalla Chiesa, professore di Sociologia della criminalità organizzata e presidente del comitato scientifico di Passaggi Festival, e a Federica Cabras, dottoranda in Studi sulla criminalità all’Università di Milano, fra gli autori ospiti dell’edizione 2019 del festival, quando ha presentato il saggio “Rosso Mafia. L’Ndrangheta a Reggio Emilia”, scritto insieme a dalla Chiesa.
Il riconoscimento Paper of the Year a Nando Dalla Chiesa e Federica Cabras
Nando dalla Chiesa e Federica Cabras hanno firmato, insieme a Giovanni Radaelli (University of Warwick) e Marco Guerci (Università degli Studi di Milano) l’articolo su mafia e università intitolato “How are professionals recruited by external agents in misconduct projects? The infiltration of organized crime in a university”, pubblicato nel prestigioso periodico accademico “Human Relations”. Il comitato editoriale della rivista ha da poco nominato la loro ricerca “Paper of the Year 2019“.
Infiltrazioni mafiose nelle università
I quattro autori con la loro ricerca hanno provato a spiegare come agenti esterni possano inserirsi in un’organizzazione professionale e influenzarne il sistema interno per decenni. Per far ciò hanno analizzato le tecniche con cui un clan mafioso è riuscito a entrare in contatto con alcuni professori di un’università italiana e a controllare il loro comportamento e di conseguenza gli spazi decisionali del loro intero ambito lavorativo dal 1970 fino ai primi anni del 2000.
L’infiltrazione dell’organizzazione criminale aveva come scopo quello di permettere la laurea e il superamento di esami universitari da parte di studenti affiliati o che pagavano il clan favorendo così la loro entrata nel mondo del lavoro, da cui avrebbero tratto vantaggi ancora maggiori sempre attraverso sistemi illeciti e di corruzione.
Studio e ricerca su mafia e università
Nell’articolo è presentata, innanzitutto, la strategia di analisi con cui la ricerca è stata svolta e i dati, di natura giudiziaria, su cui essa si è basata, come ordinanze di applicazione di misure cautelari e sentenze di processi.
Ciò che hanno approfondito è la procedura con cui si svolgeva la relazione tra docenti e soggetti collegati alla criminalità organizzata: i professori ricevevano tramite alcuni intermediari una lista di alunni e provvedevano successivamente a fornire loro le soluzioni o i testi degli esami in anticipo, ad assegnare ottime valutazioni e a inserirli in progetti universitari importanti.
È stato impossibile non notare l’improvviso miglioramento delle carriere universitarie degli studenti che si sono trasferiti da altri atenei a quello controllato dall’organizzazione mafiosa, divenuto così famoso tra i ragazzi da essere frequentato anche da molti stranieri che faticavano a ottenere la laurea.
Mafia e università: perché scegliere un ateneo piuttosto che un altro
Naturalmente l’organizzazione mafiosa non ha scelto casualmente l’università a cui legarsi. Essa aveva già una certa influenza nell’area e aveva contatti con influenti personalità del settore che hanno semplificato la sua infiltrazione nell’ateneo. Inoltre alcuni professori avevano precedentemente avuto relazioni dirette con il clan.
Importante nella scelta era stata anche la reputazione dell’università: essa era tra le più importanti della regione, offriva corsi e progetti stimolanti e molti dei suoi laureati sono stati assunti appena terminata la carriera universitaria. Il clan mafioso non poteva, infatti, permettersi di entrare in contatto con un ateneo considerato troppo semplice da frequentare, altrimenti gli studenti favoriti dalle loro opere di corruzione sarebbero stati visti con sospetto.
L’articolo su mafia e università di Nando Dalla Chiesa e Federica Cabras ci illumina su forme di penetrazione mafiosa inaspettate in settori della società particolarmente strategici, quali luoghi di formazione, studio, ricerca ed elaborazione culturale. È importante che proprio uno studio di livello universitario abbia avuto la forza di rendere nota a livello internazionale tale fenomeno.