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Massimo Giletti è stato il protagonista della rassegna Grandi Autori di sabato 29 giugno.
Il giornalista e conduttore italiano ha presentato il suo nuovo libro “Le Dannate”.
È la storia di tre sorelle che vivono nel cuore della Sicilia a Mezzojuso e che alla morte del padre si sono ritrovate a dover combattere contro un potere non manifesto nelle mani di un uomo di mafia, senza mai ricevere alcun aiuto dalla cittadinanza.
Le notizie che ci saltano agli occhi
Giletti ha raccontato di quanto questa storia di soprusi contro tre donne indifese lo abbia colpito a seguito di un articolo pubblicato da un giornalista nel 2017.
“Ci sono notizie che ci balzano agli occhi e che non accettano di essere ignorate, per questo ho scelto di seguire alcune storie portandole avanti e ricevendo in cambio querele”, ha detto l’autore.
Il suo è un lavoro anzitutto di responsabilità, si tratta di fare televisione con uno scopo preciso, quello di smuovere le coscienze. Non si può più girare la testa dall’altra parte ma anzi, dobbiamo accendere i riflettori su quello che non va così da poterlo cambiare e migliorare.
Le nostre battaglie prima di tutto
A causa della sua inchiesta Massimo Giletti è stato cacciato dalla Rai e ci ha ricordato che chi fa inchieste serie, a rischio e pericolo della sua stessa persona, deve essere tutelato e non osteggiato.
“Mi fa rabbia che uno come me sia andato a processo, non accetto più che i giornalisti che combattono si debbano ritrovare in tribunale ed essere danneggiati economicamente”.
Oggi vi è una grande limitazione della libertà di parola e spesso ci si deve scontrare contro sistemi diffusissimi che devono essere abbattuti.
Giletti si è buttato anima e corpo in questa storia e ci assicura che continuerà a portare avanti le sue battaglie.
L’importanza di reagire e combattere
Le tre donne si sono ritrovate sole e preda dell’odio del paese a seguito della morte del capofamiglia maschio, essendo la mafia un potere maschilista.
La mafia sporca l’immagine delle persone e così è stato fatto anche con le tre sorelle.
Irene, Gioacchina e Marianna hanno infranto la regola sacra del loro paese: sono andate dai carabinieri a denunciare la violenza disumana nei loro confronti.
Infangare l’immagine di una persona è un tipico atto della mafia, fa rabbia e disgusto ma non ci stupisce più di tanto. È un giocare di doppiezze ed allusioni ed è anche per questo che è stato scritto questo libro: è uno strumento per andare più a fondo e fornire documenti reali e veritieri.
A Mezzojuso un solo cittadino ha avuto il coraggio di reagire e scendere in piazza al fianco delle tre coraggiose sorelle e poco tempo dopo gli hanno fatto saltare l’auto dandole fuoco.
È contro questo che combattiamo, contro la violenza e la bestialità, al fianco dei deboli e degli indifesi. Lo facciamo ora per avere domani un’Italia migliore, un’Italia in cui valga la legge delle istituzioni e non quella del più forte.