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Marcello Sparaventi, Presidente di Centrale Fotografia, per Passaggi 2016 cura la collettiva Quello che c’è c’è
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Passaggi ha manifestato fin dalla prima edizione una grande apertura nei confronti del mondo della fotografia. Quest’anno ha riproposto il contest fotografico ispirato al tema della rassegna e, durante i giorni del festival, inaugura due allestimenti d’eccezione, una mostra collettiva e una personale. Lei, come Presidente di Centrale Fotografia, c’è fin dalla prima ora. Com’è nato questo rapporto e come ha visto cambiare il festival in questi anni?
La nostra associazione è stata coinvolta il secondo anno del festival, con lo scopo di cogliere e documentare gli aspetti più significativi, e per ritrarre le innumerevoli personalità della cultura italiana che sono passati a Fano nelle giornate di Passaggi. Proprio attraverso queste immagini degli ospiti del Festival, i fotografi di Centrale Fotografia hanno cercato di catturare, oltre all’espressione naturale, l’essenza di chi vi ha partecipato e fare emergere gli elementi caratterizzanti di tutte queste personalità, uomini e donne che si sono distinti nelle varie discipline culturali o umane.
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Il photocontest #felicitàpossibile, di cui Lei è stato giurato, si rivolgeva agli utenti dei principali social network e, quindi, agli appassionati di fotografia digitale. Oggi si assiste spesso al fenomeno dello scatto compulsivo: basta uno smartphone per sentirsi fotografi e inondare il web di immagini. In questo contesto di massificazione della pratica fotografica, cosa distingue il fotografo dal non-fotografo? Qual è l’elemento irrinunciabile, quello che distingue lo ‘sguardo’ fotografico da quello comune? Sarebbe significativo se potesse condividere con noi una Sua riflessione al riguardo.
Io credo che un’immagine diventa efficace, quando chi la scatta ha rivolto verso quel soggetto un approccio onesto e curioso, un punto di vista personale che riflette i propri gusti ed interessi. Quindi il problema secondo me, non è tanto quello di avere la patente di fotografo esperto, ma di avere voglia di vedere in ogni oggetto da fotografare, il senso dell’esistenza e della forma.
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Come anticipato, in occasione di questa quarta edizione, Passaggi promuove una collettiva curata da Centrale Fotografia e dalla Scuola di Paesaggio Roberto Signorini. Resterà aperta durante i giorni del festival. Ci può anticipare qualcosa sull’evento?
Siamo molto orgogliosi di questo nostro progetto espositivo Quello che c’è c’è, prodotto per Passaggi Festival, curato da Antonella Speziale di “Centrale Fotografia”. Raccoglie undici anni di progetti didattici, realizzati tra Marche e Romagna, a cui hanno partecipato oltre cinquecento corsisti: adulti semplicemete appassionati di fotografia, studenti delle scuole superiori, e anche fotografi desiderosi di fare un’esperienza nuova e diversa dall’ordinario.
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[no_blockquote text=”Non serve una patente per dirsi fotografi, ma la voglia di vedere, in ogni oggetto da fotografare, il senso dell’esistenza e della forma.” text_color=”gray” title_tag=”h3″ width=”” line_height=”” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”yes” quote_icon_color=”red” quote_icon_size=””]
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Il tema della quarta edizione del festival sarà la felicità possibile, uno spunto estremamente coraggioso, dati questi tempi tormentati. Lei personalmente come declinerebbe questa proposta tematica?
Più che un tema la ‘felicità possibile’ può essere considerata come una forma ideale per ogni esistenza, dove ognuno possa ritrovare un equilibrio tra le cose che ha e quelle che desidera.
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Per concludere, ringraziandoLa per la disponibilità accordataci, può rivelarci qualcosa sui prossimi progetti di Centrale Fotografia?
Il nostro evento più importante è una rassegna dedicata alla fotografia e all’arte contemporanea, che ogni anno si svolge nel centro storico di Fano, curata dal critico d’arte Luca Panaro. Gli ospiti della prossima edizione, che siterrà dal 9 al 12 giugno, sono due coppie di artisti: Cuoghi Corsello e Botto&Bruno. Sono tanti gli artisti che in otto edizioni sono passati a Fano per raccontare e condividere le proprie vicende artistiche. Ci auguriamo presto di poter raccogliere tutti questi ospiti in una mostra collettiva che possa raccogliere la ricchezza di tutte queste esperienze, al fine di attuare una riflessione seria sullo stato della fotografia contemporanea.
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Save the Date:
Dal 23 al 26 giugno 2016.
Quello che c’è c’è, mostra collettiva fotografica di Centrale Fotografia, allo Spazio Arco Borgia–Cybo (ingresso Banca Carifano in Piazza XX Settembre).
Intervista di Carolina Iacucci